Home Dieta e Fitness Selenio, il minerale traccia dai tanti benefici

Selenio, il minerale traccia dai tanti benefici

Il selenio è un minerale  presente nell’organismo in quantità ridottissime, eppure importante per l‘azione anti-invecchiamento, la fertilità e la tiroide.

Girasole, i suoi semi sono ricchi di selenio

Selenio: le funzioni utili

Pensare che fino a pochi decenni fa, il selenio era considerato un elemento tossico per l’organismo. La cosa aveva, e ha, un senso: ad alte concentrazioni in effetti diventa dannoso. In particolare, quando si verifica una carenza contemporanea di vitamina E e di aminoacidi solforati. Eppure si è poi scoperto che alle dosi corrette questo minerale svolge diverse importanti funzioni.

La più conosciuta è l’attività antiossidante. Si tratta di un’azione ampiamente documentata ed esplicata verso molte sostanze nocive. Fra queste i perossidi che si generano con l’esposizioni alle radiazioni. Da tempo, si sa che i medesimi accelerano i processi alla base dell’invecchiamento, quindi contrastarli significa ritardare la senescenza.

Non meno importante la capacità di chelare alcuni metalli pesanti. Il selenio forma con tali metalli dei composti che perdono la tossicità originaria e vengono poi eliminati dall’organismo. In particolare è efficace verso:

  • il piombo, sul quale agisce assieme alla vitamina E;
  • il cadmio, verso il quale è 100 volte più potente che lo zinco;
  • il mercurio: in questo caso, l’azione positiva del selenio è data dal fatto che impedisce al mercurio di legarsi a proteine a basso peso molecolare, e quindi di diventare estremamente attivo e pericoloso.

Ma il selenio è importante anche per la fertilità maschile. Motivo? Incrementa la produzione e la vitalità degli spermatozoi (così come lo zinco). Essendo presente nello sperma, e quindi eliminato con lo stesso, deve essere reintegrato in maggiori quantità negli uomini rispetto alle donne.

Infine, la tiroide. Il selenio è talmente importante per questa ghiandola che al suo interno la concentrazione del minerale è più alta che nel resto dell’organismo. Non solo: tende a rimanere stabile più a lungo, anche quando si verificano carenze per ridotto introito, malassorbimento o eccessivo consumo. Perché è così importante? Il motivo risiede nella presenza del selenio in alcune proteine indispensabili per la produzione degli ormoni tiroidei. In testa quanto a importanza, troviamo la glutatione-perossidasi e la iodotironina deiodinasi. Oltre a intervenire nella sintesi di T3 e T4, hanno una spiccata azione antiossidante. Alcune ricerche dimostrano che nella tiroidite di Hashimoto un apporto di selenio riduce la progressione della malattia.

Quali cibi lo contengono?

Pur essendo un minerale necessario in quantità piccolissime, la sua sub-carenza oggi non è un evento raro. Questo accade perché alcuni alimenti che ne sono ricchi crescono in terreni troppo sfruttati e quindi impoveriti, riducendo la quantità del minerale in tutta la catena alimentare. Alcune aziende agricole però sono corse ai ripari con fertilizzanti appositi; un esempio sono le patate arricchite al selenio facilmente reperibili nei reparti ortofrutta. Premesso questo, gli alimenti da preferire per garantirsi un introito adeguato sono:

  • burro
  • aglio
  • fegato
  • semi di girasole
  • germe di grano
  • noci del Brasile
  • lievito di birra
  • malto
  • pane/farina integrale
  • avena
  • uova

Da considerare che una quota del minerale viene persa con la cottura. Indicativamente, il fabbisogno giornaliero di selenio si aggira sui 50 microgrammi/die.

Dosi superiori a 400 microgrammi sono tossiche; tra gli effetti collaterali si avrebbero alopecia, disturbi cardiovascolari ed eruzioni cutanee. La selenosi (l’eccesso di selenio, appunto) è possibile con un uso inappropriato di integratori.