Il linguaggio del corpo nasce da un emotività interna e nascosta difficilmente controllabile, tramite essi possiamo capire quali emozioni sta provando il nostro interlocutore senza sforzarci più di tanto nel comprendere le sue parole. Spesso il corpo dice anche quello che le parole non sanno comunicare.
In questo articolo sul linguaggio del corpo parleremo delle zone di interferenza, legata più che altro allo spazio in cui è presente il nostro interlocutore, e da come esso interferisce in quelli che sono i nostri spazi d’interferenza possiamo capire che tipo di personaggio abbiamo difronte.
LINGUAGGIO DEL CORPO LE ZONE DI INTERFERENZA
Tutti noi possediamo un raggio di azione più o meno ampio nello spazio circostante a noi, nel quale ci muoviamo e ci sentiamo a nostro agio, e non permettiamo a nessuno, salvo esplicito consenso, di interferire con questa nostra “sfera d’aria” che ci circonda. Bene questi spazi sono le zone di interferenza.
In verità esistono quattro tipi di “sfere” o meglio zone:
1. Zona Intima (da 15 a 45 centimetri)
2. Zona Personale (da 45 cm a 1,22 metri)
3. Zona Sociale (da 1,22 a 3,6 metri)
4. Zona Pubblica (oltre i 3,6 metri)
Nota: queste misure sono del tutto indicative. Le variabili in gioco sono molteplici, basti pensare all’ambiente culturale e tradizionale dove il soggetto nasce e cresce, oppure alla classe sociale appartenente. Le misure riportate sono relative a un campione di uomini adulti appartenenti alla middle class americana e australiana nella seconda metà degli anni ’70. Per gli europei la zona intima si riduce da 20 a 30 centimetri e per gli asiatici é ancora notevolmente ridotta.
#1 Zona Intima
Nel linguaggio del corpo, tra le quattro zone di interferenza questa questa é decisamente la più importante per l’individuo, quasi se fosse di sua proprietà. Solo chi é affettivamente vicino al soggetto (moglie, marito, bambini, genitori, amanti,ecc) può avvicinarsi ed entrare nella zona. A partire dal proprio corpo e fino a circa 15 centimetri esiste una sub-sfera profondamente intima solitamente investita durante i contatti fisici di varia natura.
#2 Zona Personale
In questa distanza ci giochiamo i rapporti con gli altri durante feste, ricevimenti, funzioni sociali, concerti e rapporti usuali d’amicizia.
#3 Zona Sociale
Questa zona é solitamente deputata alle comunicazioni (se ce ne sono) con estranei, con l’idraulico che ci sta riparando il lavandino in casa, il postino, con i normali colleghi di lavoro e comunque con tutta quella gente che non conosciamo bene.
#4 Zona Pubblica
Nel linguaggio del corpo questa rappresenta la classica sfera nella quale ci muoviamo a nostro agio quando siamo per strada, quando passeggiamo tranquilli, insomma quando siamo calati nel mondo esterno.
Un esempio per tutti: siete all’interno di un vagone della metropolitana, l’aria é fastidiosamente calda e umida, siete stanchi e vi fanno male i piedi.
La zona interessata é ovviamente quella pubblica ma, si aprono le porte e un’orda di persone riempe la vostra carrozza avventandosi alla ricerca di quei pochi posti disponibili. Voi vi alzate per lasciar posto alla solita vecchietta di turno ed improvvisamente vi trovate stretti, spintonati, schiacciati da altri corpi…fastidioso vero? Infatti esiste una incongruenza di fondo (ma oggettiva) che il vostro cervello
rifiuta di accettare: dovreste beneficiare della zona pubblica ma un sacco di gente invade la vostra zona intima, passando attraverso quella sociale e personale!
Ricordate questo caso nel futuro: in aula non invaderete MAI le zone personali e intime di chi vi sta difronte.
Teniamo conto anche di alcune regole non scritte che governano i nostri atteggiamenti di uomini occidentali in situazioni diverse, dove il contatto non richiesto con altri é obbligato; per esempio all’interno di un’ascensore o come nel caso sopra citato, all’interno di un vagone metropolitano:
1 Non é “permesso” parlare agli altri, e non si gradisce essere coinvolti in discussioni con estranei.
2 Bisogna evitare di fissare negli occhi, e ci infastidisce se qualcuno lo fa con noi.
3 Non sono permesse emozioni facciali: tutti quanti con espressioni da “pokeristi” che non lascino trasparire le emozioni.
4 Se si possiede un giornale o un libro, bisogna apparire molto assorti nella lettura; quando non lo abbiamo e vediamo qualcuno che legge, si prova una profonda invidia…
5 Negli ascensori é comune alzare la testa e fissare i numeri dei piani che compaiono sul display.
E’ soltanto un esempio, ma tutti noi siamo governati da regole non scritte.
Attenzione dunque a non infrangerle in modo inopportuno, ma giochiamo di anticipo e con grande tatto. Tutto tornerà a nostro beneficio. Si prenda in considerazione un banco in un’aula predisposta a corsi di
formazione: anche qui troviamo regole non scritte che toccano persino le zone di interferenza del singolo soggetto.
Il banco (scrivania, tavolo, ecc.) é diviso in modo logico in due parti:
la prima é la zona dove siede il soggetto e appoggia le braccia e i propri oggetti (quaderni, penne, libri, tastiera pc, mouse, ecc) e rappresenta la “proprietà”, l’intimo (siamo dentro un raggio di azione che oscilla tra i 15/45 cm); teniamo presente questa situazione geografica e psicologica. Il discente
non ama (ma subisce) l’invasione territoriale del docente che tocca, usa, scarabocchia, cancella, sposta (certamente mosso da buoni fini – é li per far comprendere in fondo-) ma ignora la zona intima, la esclude, l’annienta, e la sua azione nata da buoni propositi, sortisce l’effetto contrario.
Il discente (offeso, violentato, smarrito) non ha avuto il tempo di reagire e non accettando l’intervento del docente, non stimola l’apprendimento e vanifica l’azione formativa appena conclusa.
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I gesti delle mani e braccia nel linguaggio del corpo e La stretta di mano nel linguaggio del corpo
Marco A. Rovatti
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