La censura del governo cinese si è inasprita in vista del 19° congresso del Partito Comunista
WhatsApp l’applicazione ormai famosissima tra i giovani di tutte le età che consente di avere gratuitamente in tutto il mondo messaggi e chiamate veloci, oltre alla condivisione di piccoli video, – utilizzando la connessione Internet del telefono (4G/3G/2G/EDGE o Wi-Fi) – è stato nuovamente bloccato in Cina. La conferma è arrivata al New York Times da alcuni esperti di sicurezza.
La censura digitale del Governo – che aveva già colpito i servizi di VPN, grazie ai quali i cittadini cinesi riuscivano ad accedere ai siti esteri vietati – si è inasprita in vista del 19° congresso del Partito Comunista, previsto per ottobre.
Il sistema di controllo delle comunicazioni digitali attualmente gestito dal Ministero dell’Industria e dell’Informatica già da qualche mese aveva inibito la possibilità degli utenti di inviare chat con video o foto; ora sono stati privati anche della possibilità di inviare messaggi di testo e quindi sono stati completamente bloccati nell’utilizzo dell’applicazione.
WhatsApp potrebbe essere stato bloccato a causa della crittografia end-to-end che mantiene privati i messaggi degli utenti. Certamente questa inibizione serve a favorire, tra le altre cose, alcune applicazioni cinesi come WeChat che forniscono i dati personali di tutti gli utenti al loro governo – le autorità cinesi in questo modo hanno in pratica l’accesso a contatti, indirizzi email, dati di localizzazione e ricerche effettuate online tramite l’app dalle centinaia di milioni di persone che la utilizzano ogni giorno.
L’inibizione ai servizi di WhatsApp si sommano alla stessa sorte che nel 2009 ha colpito un altro colosso internazionale dei social network, Facebook, che resta presente sul territorio cinese solo con l’applicazione Colorful Balloons. L’applicazione si interfaccia con WeChat. Non si tratta, ha chiarito Facebook, di un tentativo di superare la censura di Pechino quanto di un test per “scoprire il modo in cui gli utenti cinesi condividono le informazioni con i propri amici o interagiscono con le proprie piattaforme social preferite”
Al momento, WhatsApp non ha voluto commentare la notizia probabilmente perché in effetti c’è poco da commentare. Sembra tutto questo un ennesimo attacco alle realtà economiche straniere – una sorta di proibizionismo informatico – e una ingerenza sempre più massiccia e pesante nella libertà e nella privacy dei singoli.