Non sono bastati i 70.000 spettatori sugli spalti del Meazza per evitare la clamorosa eliminazione dal prossimo mondiale dell’Italia guidata da mister Ventura, nonostante i 90 minuti giocati col cuore in cui i nostri atleti più volte hanno sfiorato la rete, possiamo dire addio alla spedizione mondiale.
Uomini prima di tutto
Le lacrime di Buffon a fine gara certificano la sconfitta sportiva di un popolo che ha sempre recitato un ruolo da protagonista in questo tipo di competizione. Il nostro calcio negli ultimi decenni ha dimostrato delle crepe in tutte le manifestazioni europee, eccezion fatta per le finali conquistate dalla Juve in Champios, i nostri giovani trovano sempre meno spazio nei club più blasonati della serie A, che smaniosi di risultati nel breve periodo preferiscono calciatori già pronti anche se di nazionalità diversa, tutto questo genera un circolo vizioso che nel tempo produce risultati di questo tipo. Dopo il trionfo del 2006, raggiunto affidando la regia a giocatori del calibro di Andrea Pirlo, l’Italia è stata eliminata nella fase a gironi in Sudafrica ed in Brasile, mancando questa volta clamorosamente addirittura la qualificazione al prossimo mondiale. Non si può imputare a Ventura una mancanza d’impegno ma di certo qualcosa è andato storto ed in questi casi l’allenatore è il primo imputato, ciò lo porterà infatti ad un inevitabile licenziamento viste le mancate dimissioni. Le responsabilità andrebbero però divise con tutto lo staff, in tal senso Tavecchio non sembra esente da responsabilità.
I mancati introiti
Tutto questo, oltre al lato sportivo comporterà la perdita di un indotto importantissimo dal punto di vista economico, infatti per Russia 2018 il contributo economico in totale arriverà a 790 milioni di dollari di cui quasi 400 milioni riservata alle 32 squadre che prenderanno parte alla fase finale del torneo, in maniera particolare le due finaliste accantoneranno quasi 38 milioni dollari per la vincitrice e 28 milioni per la seconda classificata. Un altro fattore da non sottovalutare è quello legato agli sponsor che seguono la nazionale anche loro non saranno felicissimi dell’attuale situazione.
Nessuno ha la bacchetta magica quando si tratta di calcio ma è sotto gli occhi di tutti il momento disastroso che si sta attraversando, per gli anni avvenire ci sarà bisogno di una rifondazione totale capace di riportare i colori dell’Italia sulle vette del mondo sportivo. Ricordiamo ancora con nostalgia la nazionale di Antonio Conte che pur non avendo a disposizione giocatori capaci, con giocate individuali, di vincere le partite è riuscita ad appassionare e coinvolgere tutti gli italiani grazie alla voglia che si evinceva dal primo al 90º minuto di ogni singola gara.
Probabilmente l’episodio verificatosi in Spagna con un 4-2-4 scellerato non si sarebbe mai verificato mettendo in campo un atteggiamento guardingo ed umile nel contempo dove si riconoscono le altrui capacità contrapponendo le reali possibilità di un gruppo, anziché perseverare su caratteristiche che al momento non ci sono, come il palleggio ad oltranza proprio dei catalani che da anni spadroneggiano da questo punto di vista. Abbiamo le nostre armi e quelle dovremmo usare per raggiungere gli obiettivi sperati, aspettando magari nuove leve. Non ci resta che dire, alla prossima avventura.