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Un giorno a Sarteano, cosa visitare

Sarteano sorse in epoca  etrusca su una antica direttrice passante attraverso un piccolo avvallamento bagnato dal torrente Astrone, dove si trova l’attuale Peschiera e sono state riportate alla luce tracce di insediamenti umani risalenti alla preistoria. Il costante pericolo determinato dalla posizione, troppo esposta agli assalti degli eventuali aggressori, avrebbe poi spinto i suoi abitanti a trovare riparo sulla sommità dell’altipiano, dove venne costruita la rocca e in seguito le mura che tuttora in parte la cingono.

Sarteano, cosa visitare

Per il nome Sarteano vengono indicate due possibili derivazioni: una dal nome gentilizio Sertorius, di cui resta traccia nell’urna cineraria di un tale Lucio Sertorio, l’altra dalla combinazione dei nomi di due divinità cui pare affidata la protezione del luogo, Satre e Giano (detto anche Ani).

I primi documenti ad attestare l’esistenza dell’inse­diamento risalgono tuttavia al secolo XI, uno dei quali appartenente alla Badia di San Salvatore sul Monte Amiata attesta da allora la presenza di un castello di Sarteano governato da una famiglia di conti orvietani e chiusini, da cui poi sarebbero forse derivati i Manenti. Stirpe, quest’ultima, che segnerà la storia di Sarteano fino alla meta del Trecento, quando dopo un periodo di tutela peru­gina, la cittadina diventerà protettorato senese. Due secoli dopo, nel 1556, assediata e conquistata dal generale Mario Sforza di Santa Fiora, passerà sotto il dominio dei Medici.

Dal 1777 al 1807 ospitò anche i gonfaloni di Chianciano e Cetona, accorpati in seguito ad una legge che tendeva a limitare il numero delle picco­le municipalità.

Sul margine dell’altopiano, a dominare la vallata, si erge il castello di Sarteano, già presente nell’Xl sec., il cui cassero, andato distrutto a causa dei Manenti verso la meta del Trecento, venne fatto ricostruire dai senesi nel 1469. Castello e mura vennero di nuovo devastate dai colpi delle artiglierie nel 1556, al momento della guerra contro le truppe imperiali e riedificate nel 1575. Attualmente restano in piedi due delle tre porte d’ingresso alla città.

L’edificio di maggiore interesse artistico e la Collegiata dei Santi Lorenzo e Apollinare, costruita agli inizi del XII sec. con i materiali recuperati dai ruderi di alcuni vecchi edifici etruschi e romani. Consacrata in forma solenne nel 1503 da Francesco Todeschini-Piccolomini, papa con il nome di Pio IH per soli 26 giorni, la collegiata venne ristrutturata nel 1576, data cui risale anche l’edificazione dell’odierno campanile. Ad un’altra modifica la basilica andò poi incontro nel 1787, quando per provvedere al suo ampliamento venne chiamato a Sarteano Leonardo deVegni. All’interno una Annunciazione di Girolamo del Pacchia (1514?) e un coro in legno donato dai Piccolomini.

Appena oltrepassata in uscita la porta di Mezzo, ci si trova di fronte alla trecentesca chiesa di San Francesco, che assomma una struttura romanica, alcuni particolari in stile gotico e una facciata rina­scimentale del 1480. Il campanile originale venne abbattuto e rimpiazzato con l’attuale nel 1620. Demolita nel quadro di una ristrutturazione otto­centesca di piazza XXIV giugno e riedificata nella omonima piazza in chiaro stile neoclassico nel 1841, la chiesa di San Martino in Foro conserva alcune opere di rilievo, prima tra tutte una mirabi­le Annunciazione di Domenico Beccafumi (1545-1546), accompagnata da una Madonna col Bambino del 1342 di Jacopo di Mino del Pellicciaio e una Madonna col Bambino e i santi Rocco e Sebastiano di Andrea di Niccolo.

Tra gli edifici civili, poco resta da vedere sia del tre­centesco palazzo del Podestà, che del vecchio palazzo Comunale della cui origine gotica soprav­vive solo il sistema di archi delle finestre e ospita sotto un portico la colonna della Libertà.

Più imponente è invece palazzo Piccolomini, il cui aspetto austero si stempera leggermente nel colon­nato che domina il cortile interno (sec. XV). Tra gli altri palazzi nobiliari si distinguono quello Cennini, il Gabrielli, il Berdini e il Goti-Fanelli. Sarteano, seconda nel comprensorio in quanto a numero di presenze dopo Chianciano Terme, vive oggi di una economia incentrata soprattutto sul turismo. Un flusso di oltre centomila visitatori all’anno, che scelgono questa cittadina a causa del suggestivo ambiente naturale in cui e inserita e delle sue acque termali ed hanno cosi consentito lo sviluppo di strutture ricettive adeguate.

Link utili:
Comune di Sarteano

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