Una sentenza che sicuramente farà discutere e che potrebbe cambiare radicalmente la gestione dei siti e degli utenti di internet.
Come riportato da un articolo de “La Repubblica”, qui l’articolo ufficiale, la Corte di Cassazione ha condannato “per concorso in diffamazione”, il gestore di Agenziacalcio.it, a 60 mila euro di risarcimento nei confronti del presidente della lega calcio Carlo Tavecchio.
Nel 2009 un utente aveva commentato in modo autonomo, definendo Carlo Tavecchio “emerito farabutto” e “pregiudicato doc”, allegando il certificato penale.
Il gestore del sito era stato assolto nell’udienza di primo grado, ma condannato invece nell’udienza di secondo grado. Notizia di oggi la Corte di Cassazione ha confermato la condanna, assumendo che il gestore sapeva dell’esistenza del commento perchè l’autore gli aveva inviato una email contenente il certificato penale del presidente Tavecchio.
Il gestore dal canto suo, afferma che aveva saputo dell’esistenza del commento, solo quando la polizia gli comunicò l’oscuramento del sito, proprio a causa di quel commento.
Fulvio Sarzana, avvocato penalista specializzato in diritto su internet, afferma che:
“Adesso, con questo orientamento che per la prima volta arriva in Cassazione, rischia di essere molto difficile gestire un sito web che abbia commenti”
“I gestori dovrebbero controllare ogni commento, chiedersi se può essere o no diffamatorio. Anche di quelli non anonimi”
“Il gestore sarà costretto a scegliere tra il minore dei mali. Rischiare una condanna, scegliere di censurare preventivamente commenti o togliere questa possibilità agli utenti, con grave danno alla libertà di espressione”
Tempi veramente duri per i gestori di siti internet, sopratutto quelli a sfondo politico, dove come ben noto i commenti duri e diffamatori si sprecano e sopratutto per tutti i social network, come ad esempio Facebook, dove ognuno è libero di esprimere liberamente il proprio pensiero a briglia sciolta sui post di privati cittadini, che magari si trovano inconsapevolmente coinvolti in situazioni giudiziarie a causa di un commento di troppo di un amico, su un post innocuo.
Oltretutto si potrebbe anche aprire la questione se lo stesso Facebook potrebbe essere considerato responsabile dei commenti e dei contenuti pubblicati dai suoi utenti.
Quello che sopratutto stupisce è che la sentenza della Cassazione va contro corrente alla linea interpretativa finora tenuta dalla giurisprudenza e sopratutto dalla Corte di giustizia europea che ritiene non responsabili i gestori dei siti anche per commenti anonimi, perchè andrebbe contro la libertà di espressione.
Fonte:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2017/01/02/news/la_cassazione_i_siti_sono_responsabili_per_i_commenti_dei_lettori_-155302285