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Relazioni e comunicazione dal passato ad oggi – Riflessione

Osservando i giovani di oggi mi sono trovata spesso a riflettere su come e quanto siano cambiate le relazioni nel corso dei decenni, quando erano giovani i miei nonni la comunicazione fra uomo e donna era quasi impossibile, ostacolata dalla mancanza di tecnologie avanzate ma soprattutto dai valori dei tempi che imponevano riservatezza e pudore, arrivavano al matrimonio quasi estranei eppure per volere o per dovere i loro matrimoni duravano. Ho ritrovato qualche foto in bianco e nero e qualche lettera scritta da mio nonno, la carta ingiallita sembra emanare un odore di vissuto, le parole scolorite raccontano la sofferenza della lontananza e la voglia di rivedersi, sensazioni oggi quasi estinte.

L'odore di vissuto della carta ingiallita dal tempo
L’odore di vissuto della carta ingiallita dal tempo

La generazione dei miei genitori, già più emancipata viveva le relazioni e la comunicazione in modo verbale e visivo, c’era il tempo del corteggiamento, i giovani militari scrivevano lettere alle fidanzate in attesa a casa, i pretendenti aspettavano ore sotto un portone per vedere uscire la loro amata, c’era senza dubbio meno libertà di oggi ma c’erano più emozioni; l’attesa, il primo appuntamento, gli orari da rispettare, il giudizio dei genitori, la conquista. Conosco uomini che scappavano dalla caserma per vedere la propria donna anche solo per un ora, per parlare con lei e trascorrere qualche momento insieme.coppia

Le relazioni dei trentacinquenni di oggi hanno fatto da ponte tra la comunicazione verbale e la tecnologia, sono nati con noi gli sms, alternati comunque a bigliettini con dediche e lettere d’amore. Siamo stati i promotori dello squillo sul cellulare quando si rientrava a casa o di quello che annunciava l’arrivo sotto al portone, senza dover affrontare così i genitori al citofono. Oggi con l’avvento della tecnologia tutto questo non esiste più, i ragazzi si ritrovano più sui social che per la strada, la comunicazione verbale è ridotta ai minimi termini e intrattenersi a dialogare con le persone nei luoghi pubblici è diventato quasi un peso. Oggi le amicizie sono virtuali e spesso anche le relazioni sentimentali. Social network come Facebook, Twitter e applicazioni come whatsapp e le e-mail hanno del tutto sostituito la comunicazione verbale, a discapito delle emozioni, dei confronti, della capacità di relazionarsi e anche della povera lingua italiana, perché non solo non si parla più ma addirittura si abbrevia tutto il possibile anche nello scritto come se dilungarsi, spiegarsi fosse una perdita di tempo. Io sono rimasta al “t.v.b” abbreviazione della frase “ti voglio bene” ma oggi noto post e messaggi di difficile comprensione, grazie è diventato “grz”, niente si scrive ntt, e alcuni testi sono indecifrabili per chi non appartiene a questo mondo “social”.

relazioni e comunicazione tramite i social network
relazioni e comunicazione tramite i social network

Come in tutto ritengo che l’esagerazione non faccia mai bene, se da una parte i social ci hanno concesso di ritrovare vecchie amicizie perse nel tempo dall’altra ci hanno impedito di sviluppare e coltivare relazioni interpersonali, sempre meno persone si conoscono nei bar e sempre più relazioni nascono in internet sottovalutando anche spesso i rischi che questo può comportare, i nostri dati personali vengono spesso diffusi e possiamo imbatterci in profili falsi.

La rete sociale dovrebbe essere un supporto alle relazioni e non un sostitutivo. Persino le immagini hanno preso il posto delle parole, basta pensare che una volta raccontavamo cosa avevamo degustato, oggi inviamo un immagine del piatto o la pubblichiamo sui social.

Credo che sarebbe bello ritrovare un po di comunicazione verbale, di incontri face to face, nonostante utilizzi molto internet sento la nostalgia della carta tra le mani, delle lettere da conservare nei cassetti, dell’attesa del postino, persino delle accese discussioni verbali, come nelle assemblee scolastiche, nelle riunioni dei genitori, di tutti quegli incontri che ci portavano al confronto, al dialogo, dove quando qualcuno diceva qualcosa potevi anche guardarlo negli occhi.