Pubblicato nel 1957, questo saggio di Erich Fromm spiega come amare sia una vera e propria arte che necessita di disciplina, concentrazione, pazienza, supremo interesse, umiltà.
Tutt’altro che un manualetto di istruzioni, l’opera sviluppa il tema dell’amore autentico, fondato sulla fede e sul coraggio.
Scrive Fromm:
“L’amore non è qualcosa di gratuito, ma soprattutto fatica e conquista. E’ un processo senza fine, un atto di volontà che richiede uno sforzo continuo. Arrivare ad amare pienamente significa essere diventati finalmente maturi, veri, attivi, completi, e forse anche più sani o forse guariti, e perciò liberi da complessi, turbamenti, mali di ogni tipo.
Senza amore c’è solo sofferenza, egoismo, una completa mancanza di felicità.
L’amore è un’arte. Implica il superamento del proprio narcisismo e dei propri legami familiari e di clan per volere una completa affermazione della persona amata.
L’amore è un atto di fede; chi ha poca fede ha anche poco amore. Si tratta di una fede razionale, che consiste nella convinzione di saper amare e suscitare amore.
Aver fede nelle possibilità dell’amore come fenomeno sociale, oltre che individuale, è fede razionale che si fonda sull’essenza intima dell’uomo.
Gli oggetti oggi sono idolatrati e il loro culto può portare alla distruzione dell’uomo. L’uomo sarà capace di mettersi in sella per condurre la propria vita verso valori più degni di essere chiamati umani?
Viviamo in un nuovo Medioevo di illibertà, dal quale è più difficile liberarsi di quanto non lo sia stato dal vero Medioevo. Pensando alla libertà, molti si fermano alla “libertà da”.
Incontestabilmente, la più elementare forma di libertà è quella dal bisogno. Ma c’è di più, c’è la libertà vera, che è la “libertà di” farsi valere, di diventare indipendenti, di lottare contro chi cerca di impedire all’uomo di diventare sé stesso: la libertà di essere anziché di avere, che è poi la libertà di dare anziché quella di usare le cose e le persone”.