Viviamo in un’epoca supertecnologica dove ogni cosa, solo poco tempo addietro, poteva risultare fantascientifica. Oggi invece viviamo quasi una realtà virtuale in cui spesso ci sentiamo a nostro agio e altrettanto spesso vorremmo scappare.

In questo contesto è opportuno chiedersi qual è il ruolo della scuola del XXI secolo: abbiamo sempre a che fare con l’agenzia educativa e formativa per eccellenza o siamo di fronte anche in questo campo all’ennesima rivoluzione? La scuola del XXI secolo è diversa: migliore per certi versi al passato, mentre per alcune caratteristiche la potremmo indicare in fase calante.
Se pensiamo alla scuola del grembiule, delle barricate tra docenti e studenti, della totale assenza della famiglia sicuramente siamo lontani anni luce; se invece pensiamo alla scuola del XXI secolo come una palestra formativa, soprattutto di carattere pratico allora siamo di fronte più che ad una realtà ad un auspicio.
La scuola del XXI secolo dovrà essere quella che qualcuno definisce 2.0, in cui si pratica la flipped classroom, in cui si promuove l’utilizzo in classe delle nuove tecnologie, in cui l’insegnante è più guida e meno mentore, in cui l’alunno finalmente acquisisce consapevolezza delle proprie potenzialità oltre la forma e i contenuti.
La scuola del XXI secolo 2.0 ha persino definito nuovi spazi: non più la vecchia aula tutta banchi e sedie, ma postazioni mobili e spazi aperti in cui scambiarsi idee e strumenti. Potremmo parlare più che di aule finalmente della piena realizzazione del laboratorio inteso come spazio fisico oltre che concettuale.
Andiamo velocemente quindi nella direzione di una scuola che partendo dalla tradizione si vuole ritagliare uno spazio sempre più funzionale alla ricerca di maggiore concretezza, di una formazione molto meno teorica e soprattutto in grado di generare competenze spendibili in una società che corre vertiginosamente verso il futuro.
La scuola del XXI secolo ha ormai spinto sull’acceleratore per cercare di realizzare il giusto mix tra tradizione, competenza e modernità.