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Guida a Cauloniadal parco archeologico monasterace al drago di Kaulon

Caulonia, o Kaulon è una colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo sulla costa Jonica della Calabria , nel comune di Monasterace in provincia di Reggio Calabria.
Secondo gli storici e dai reperti archeologici acquisiti, il nome della città deriva dal nome Caulon, figlio dell’amazzone Clete. Gli storici narrano che, dopo la guerra di Troia, gli Achei guidati da Tifone di Aegium sbarcarono sulle coste della Calabria e, con l’appogio dei Crotoniati, distrussero il regno di Clete, da questa battaglia si salvo solo Caulon  ed in seguito avrebbe ricostruito la città.

Fonti storiche attestano che Kaulon avesse un porto e che avesse una fiorente attività commerciale , sopratutto fosse sviluppato  il commercio legname. Ricca di materie prime come pietra, magnesia, sale, oro e piombo, risulta essere stata  anche un fiorente  centro per la produzione di manufatti in metallo e vasellame. Su Kaulon si sono raccolti migliaia di reperti che sono custoditi nel Museo Nazionale di Reggio Calabria e nel Museo  archeologico di Monasterace Marina.                                                                                Dai reperti ritrovati si è desunto che Kaulon è stata la prima  polis al mondo a coniare monete in argento.

Durante gli scavi archeologici sono state rinvenute numerose monete in bronzo. Tali monete sono conservate nel di Monasterace Marina, la collezione è composta da 181 reperti metallici e di 238 monete di età greca, romana e medievale.

I ritrovamenti confermano anche una perfetta manifattura. L’argento per il conio veniva estratto nella vallata interna di Stilaro.
I primi scavi vennero effettuati nel periodo che va dal 1911 al 1913 dall’archeologo Paolo Orsi , all’epoca Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria .

Durante  questi scavi venne alla luce l’esistenza di un centro urbano , cinto da mura e posto al livello del mare, all’interno del quale era presente un tempio dorico. Si scoprì inoltre che l’area intorno al tempio, attualmente coperta dal mare, era  abitata, come testimoniato dai reperti ivi ritrovati.

Gli scavi condotti  e ancora oggi in corso hanno riportato alla luce notevoli resti del santuario al quale appartenne il tempio dorico. Inoltre molti altri edifici di grandi e piccole dimensioni sono stati messi in luce o individuati attraverso reperti architettonici rinvenuti.

I numerosi reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati sul posto sono per lo più esposti nel Museo di Reggio Calabria ed altri nel Museo di Monasterace (RC).

Importante anche il patrimonio sommerso e restituito dal mare tra cui gli imponenti resti di un tempio Ionico esposti al Museo di Monasterace, ricchezza che ha giustificato il vincolo apposto anche allo specchio di mare antistante il parco. In quest’area sono emersi anche due contenitori in terracotta ancora pieni di pece, uno dei prodotti che resero famosa la Calabria nell’antichità. Tecnicamente definiti kadoi sono esemplari molto rari.

Oltre le zone destinate al culto, l’area archeologica                  comprende anche un ampio settore edilizio dell’abitato dell’antica Kaulonia:  molte case si sono conservate solo a livello delle fondazioni dei muri, ma hanno e consentono approfonditi studi utili alla ricostruzione della storia del sito. Fra esse spicca la cosiddetta Casa del Drago,

il cui nome deriva dallo stupendo mosaico d’epoca ellenistica, raffigurante un drago marino col dorso crestato e la coda di pesce, rinvenuto sulla soglia di una stanza pavimentata a mosaico decorato con onde marine stilizzate. La stanza è stata identificata dagli archeologi come una camera da pranzo in cui si svolgevano  banchetti  e veniva considerata la stanza  di rappresentanza dell’abitazione.

 La tecnica di costruzione, l’uso di grandi tessere di marmo, di pietre colorate e di sottili lamine di piombo hanno portato gli storici a datare il pavimento intorno al III sec. a.C. e  considerarlo come il mosaico più antico della Calabria.

Questo meraviglioso mosaico lo si può ammirare nel locale Museo Archeologico.