L’eleuterococco, conosciuto anche con il nome di Ginseng siberiano, è definito pianta adattogena per le sue azioni sul sistema immunitario, endocrino e nervoso.
Al riguardo, sono stati effettuati numerosi studi scientifici sull’Eleuterococco senticosus (famiglia Araliaceee) in vari paesi, in primis Russia e USA. I risultati si sono rivelati promettenti, confermando che i diversi principi attivi della pianta, estratti dalle radici, possiedono vari effetti farmacologici. Le azioni principali si esplicano sulle difese immunitarie, che ne risultano potenziate, sull’astenia (in particolare durante la convalescenza e negli sport di resistenza) e sulla perdita di memoria nella terza età. Ma non è finita qua: l’eleuterococco infatti combatte anche l’ipotensione, l’iperglicemia e possiede un effetto antiossidante.
L’azione di questo arbusto originario della Siberia e della Mongolia sul sistema immunitario si traduce in un aumento della produzione di linfociti natural killer, interferone e anticorpi. I primi sono impegnati in prima linea, fra l’altro, nel riconoscimento e nella distruzione delle cellule tumorali, mentre l’interferone è un potente antivirale. Quanto agli anticorpi, hanno il compito di difendere l’organismo dai diversi virus e batteri che ci aggrediscono ogni giorno. Oltre all’azione immunostimolante, l’E. s. riduce la secrezione di istamina, responsabile della maggior parte degli effetti negativi delle allergie.
La relazione, invece, fra eleuterococco e la stanchezza vale sia per gli stati astenici dovuti a convalescenza, stress, etc, che durante l’attività sportiva. In pratica, i principi attivi della pianta migliorano l’utilizzo degli acidi grassi, che l’organismo impiega in larga misura durante gli sport di resistenza. A questo si somma un’attività rinvigorente generale. Utilizzando un integratore di E. s. è possibile notare un miglioramento della capacità di recupero dell’organismo in termini di tono muscolare, tono dell’umore, capacità di concentrazione e resistenza allo stress. Nel meccanismo, sono coinvolte anche le ghiandole endocrine, soprattutto le surrenali, che modulano la risposta allo stress. Ebbene, l’E. s. ha dimostrato di possedere un’azione regolatrice sulla loro produzione ormonale.
A livello del sistema nervoso, l’eleuterococco riesce a ritardare la senescenza cerebrale migliorando la memoria, la capacità di attenzione e le funzioni cognitive. Il meccanismo d’azione vede interessate le catecolamine, ossia dopamina, serotonina e noradrenalina. Si tratta di neurotrasmettitori fondamentali per le funzioni cerebrali, e che nella terza età tendono a essere sintetizzati in quantità minori rispetto alle altre fasi della vita. L’eleuterococco ne incrementa la sintesi, aiutando così a ritardare il declino delle capacità mentali.
Attenzione, però, agli effetti collaterali e alle controindicazioni. Proprio per il suo effetto rivitalizzante, l’E. s. può non essere adatto a chi soffre di insonnia, così come a chi presenta ipertensione. In presenza di diabete, occorre informare il medico che ne valuterà l’eventuale utilizzo: la pianta infatti interferisce con l’insulina, dato che può avere effetto ipoglicemizzante. Altra controindicazione è la presenza di malattie autoimmuni, nelle quali il potenziamento delle difese immunitarie è da evitare. Infine, sono state evidenziate interferenze assumendo l’eleuterococco in contemporanea agli aminoglicosidi (una classi di antibiotici), la digitale e i barbiturici.