Tutto avremmo pensato, ma la realtà non finisce mai di stupire e neanche la ricerca scientifica e in particolare lo studio della storia medievale e dei suoi personaggi, sia principali che secondari. E così, è notizia di oggi, veniamo a sapere che a Lucca, ridente capoluogo toscano, sono state scoperte due pergamene risalenti addirittura al 1254, almeno sei anni prima della nascita del Sommo Poeta italiano, Dante Alighieri, che testimonierebbero il fatto che il padre di Dante, Alighiero da Bellincione, svolgeva la “onorata ” professione di usuraio.
Sappiamo che al tempo di Dante, Firenze era un centro del commercio mondiale, dove ovviamente per mondiale intendiamo l’Europa, e che a quel tempo esistevano gia’ famiglie della borghesia medio alta, che si erano dedicate all’attività bancaria vera e propria, come gli Scrovegni, il cui rampollo Rainaldo, Dante manda all’Inferno e precisamente nel girone delle Malebolge.
Il problema è che al tempo di Dante, e quindi sicuramente anche al tempo di Alighiero da Bellincione l’autorità era la Chiesa. E per la Chiesa, chi a quel tempo esigeva un interesse, piccolo quanto vogliamo, per il prestito di una somma di denaro, era un usuraio. E quindi i banchieri erano considerati usurai. Da ciò, deriva il seguente sillogismo: Alighiero da Bellincione era un usuraio, la Chiesa condannava i banchieri come usurai, quindi Alighiero da Bellincione era un banchiere condannato dalla Chiesa.
Da quanto detto possiamo trarre una lezione preziosa. Non possiamo non immaginare che Dante, prima o poi, non sia venuto a conoscenza dei trascorsi lavorativi del padre. E sicuramente, nella società di quel tempo, un animo sensibile come il suo, avrà vissuto molto male la consapevolezza di questa realtà e probabilmente avrà fatto di tutto per allontanare da se la reputazione del padre. Riuscendoci perfettamente, visto che la cosa è venuta fuori solo parecchi secoli dopo.
Quindi, sopratutto i giovani che vanno a scuola, ma noi tutti capiamo che ciò che saremo non dipende dal nostro retaggio, ma dalle scelte che faremo e dall”impegno che ci metteremo nel raggiungerle. Dante insegna.