Il megaesofago nel cane
Il megaesofago è una patologia degenerativa che colpisce i muscoli dell’esofago, causandone una paralisi totale o parziale. Il cibo, o bolo, in presenza di questa situazione, non viene più spinto dalla laringe allo stomaco e per tanto resta bloccato nell’esofago, creando così una dilatazione delle pareti stesse dell’organo.
Il megaesofago è suddiviso in due categorie, il primario ed il secondario. Nella categoria del primario troviamo: la forma idiopatico congenito acquisito che colpisce solitamente i cani adulti senza differenza di razze. Essa crea una paresi o paralisi dell’esofago mantenendo però una pressione normale dello sfintere gastroesofageo e la forma di megaesofago totale congenito idiopatico: che rappresenta circa il 70% dei casi di megaesofago. Colpisce razze abbastanza predisposte, quali Fox Terrier, Alano, Terranova, Carlino, Breton, Setter Irlandese. La categoria del secondario invece, si manifesta solitamente in conseguenza di altre malattie che colpiscono le innervazioni della parete esofagea, di malattie nervose ed endocrine, di problemi immuno – mediata, neoplastica e dall’ingestione di corpi estranei e dall’avvelenamento da metalli pesanti.
Come gestire il megaesofago
Se abbiamo il sospetto che il nostro cane sia affetto da megaesofago, dobbiamo tempestivamente recarci presso una struttura veterinaria, in cui verrà sottoposto ad un controllo radiografico. In alcuni casi, potrebbe essere necessario effettuare anche un’endoscopia per poter svolgere accertamenti più completi e più dettagliati. Fatto ciò il veterinario deciderà se optare per una terapia contenitiva basata su l’assunzione di cibo in posizione verticale con la ciotola riposta in alto in modo da far si che formi una linea retta tra la laringe e lo stomaco.
I pasti dovranno essere ripartiti in più razioni di quantità ridotte ed il cane dovrà essere imboccato con l’aiuto di un cucchiaio in modo da far si che l’assunzione avvenga dall’alto. A volte potrebbe essere necessario anche ripetere questa procedura per la somministrazione per l’acqua. Nel caso in cui la terapia non bastasse, il veterinario potrebbe optare per l’intervento chirurgico. Negli ultimi anni la tecnica ideata da P. Torres che, tramite una ‘pessi esofago diaframmica’, determina un’artificiale attività propulsiva dell’esofago ha avuto notevoli risultati, a tal punto che molti soggetti hanno ritrovato una qualità di vita buona ed addirittura possono nutrirsi di nuovo in posizione quadupedale e non più verticale.