Chi ci è passato, sa bene cosa significa avere un attacco di panico e restarne letteralmente terrorizzati, fino al punto da modificare le proprie abitudini. Un problema molto serio che, il più delle volte, viene scatenato da un periodo nero denso di eventi traumatici: un divorzio per esempio, oppure la morte di una persona cara, problemi finanziari che tolgono il sonno e la pace, un trasloco, gli esami di maturità, sono tra i motivi più frequenti di questo disturbo; un grosso carico di stress che può scatenare eventuali stati d’ansia.
A volte il corpo impone una pausa dallo stress
Lo stress si accumula e noi non ce ne rendiamo neanche conto, tanto siamo impegnati nei nostri doveri, nelle cose da fare, nei problemi da gestire; e così, il corpo si difende lanciandoci dei precisi segnali. A volte, dopo lunghi tormenti interiori, l‘attacco di panico viene scatenato da un’improvvisa consapevolezza: tutto a un tratto ecco che irrompe nella nostra vita, creando uno sconquasso nell’animo paragonabile alla bomba che fu sganciata su Hiroshima. Dopo, restano solo polvere e macerie. Tentare di ritrovare (e ricostruire) di nuovo noi stessi, quando ci rendiamo conto di non essere quelli che pensavamo, è l’unica cosa che ci resta da fare. Sudorazione fredda, nausea, palpitazioni, mancanza di respiro, capogiri, fitte all’altezza del cuore, una terrificante sensazione di soffocamento che stringe la gola: questi sono i principali sintomi di un attacco di panico, spesso scambiato per problemi cardiaci.
Come si possono gestire queste crisi
Molto persone, convinte di avere in corso un infarto, corrono al pronto soccorso; il più delle volte invece non c’è nulla di realmente grave, e quasi non ci crediamo tanto stiamo male. Gli attacchi di panico sono involontari, eppure molte volte scatta un assurdo senso di colpa: “Non è colpa mia”. Questa è la frase che dobbiamo ripeterci. Quando ne sentite uno in arrivo, fate dei lunghi e profondi respiri e, se potete, uscite a fare una corsa nel parco, o almeno una lunga passeggiata; meglio ancora sarebbe recarsi in palestra, un ottimo modo per distrarsi, stancare il corpo e quindi riposare meglio la notte. Se il problema diventa molto serio e debilitante, parlatene con uno psicoterapia: vi aiuterà a comprendere, a fare chiarezza, oltre che prescrivervi degli aiuti farmacologici (ansiolitici e antidepressivi), che devono sempre essere presi sotto attentissimo controllo medico. Evitate il fumo, l’alcol, le droghe e seguite una dieta equilibrata.
Antidepressivi e ansiolitici solo se necessario
Gli psicofarmaci alleviano i sintomi più gravi, ma è meglio ricorrere ad essi solo per un brevissimo periodo, fino a che non sarà individuato il vero motivo degli attacchi di panico: si dovrebbe infatti cercare di risolverlo alla radice facendo un tuffo all’interno di sè stessi, trovare finalmente il coraggio di arrivare fino in fondo, nei recessi più profondi del proprio ‘io’, dove si annida la melma; e poi, fare di tutto per rimuoverla. Perchè il corpo umano in alcuni casi manda segnali, avvisa, impone chiarezza e reagisce con strani sintomi, se l’anima è da troppo tempo distaccata da esso.