Home TV E GOSSIP AC/DC: ecco il reportage del concerto di Imola!

AC/DC: ecco il reportage del concerto di Imola!

Già diversi mesi fa, quando erano usciti i biglietti (andati a ruba in 15 minuti) e le voci parlavano di concerto dell’anno, noi di Rubrica News avevamo intuito che il concerto degli AC/DC, che si sarebbe svolto ad Imola il 9 luglio presso l’autodromo Enzo e Dino Ferrari, sarebbe stata una bomba che sarebbe deflagrata come quella di un’esplosione nucleare. Essendo stata tra i fortunati 92’000 che si sono aggiudicati il biglietto in quei 15 minuti di fuoco, ho deciso quindi di scendere sul campo e di raccontarvi i particolari di quella che è stata una giornata (e una serata) davvero esplosiva.

Devo dire che io me la sono presa decisamente comoda, ma la sera prima del concerto degli AC/DC, ad Imola hanno iniziato a girare voci decisamente non molto rassicuranti: strade bloccate e dove non si poteva passare, fans che pur di prendere la prima fila, si erano incolonnati già alle 10.00 di sera e che dormivano lì, sull’asfalto bollente (c’erano 40 gradi ragazzi, quindi temperature decisamente non da scherzo), insomma, un vero e proprio casino che aveva bloccato una cittadina bolognese solitamente molto tranquilla, tranne in occasione del premio di Formula 1.

Il giorno dopo si sentivano ancora voci di questo tipo, ma io, tranquilla e con la mia reflex nello zaino, sono partita a mezzogiorno per andare verso il luogo del concerto. Il Viale Dante era bloccato alla circolazione e alle persone che non erano munite del biglietto: ogni 5 metri c’era un posto di blocco e una guardia del corpo che controllava le persone che entravano all’autodromo.

Comunque passata attraverso i dieci-dodici posti di blocco, dopo avermi allacciato il bracciale del pit attorno al polso (erano solo 20’000 e ti davano l’accesso direttamente al palco), avevo trovato una prima posizione non male dietro una transenna, ma dopo qualche ora passata sotto il sole cocente, a chiacchierare con gli altri spettatori, ad essere annaffiata con l’acqua ora dalle guardie del corpo ora dai samaritani del pronto soccorso (mentre ero lì, ben dieci persone sono state portate fuori, uno addirittura con la barella, per problemi di insolazione), mi sono resa conto che lì non sarei stata a mio agio con la ripresa del video: c’era un gruppo dietro di me che continuava a spingere (ed era ancora pomeriggio) e lo spazio era talmente poco che non riuscivo a cambiare gli obiettivi con agilità. “Al diavolo!” ho pensato, e dopo aver preso una decisione drastica, ho deciso di affrontare la fiumana di gente e di gridare “permesso, permesso!” per 5 minuti, prima di trovarmi davanti alla guardia del corpo che mi ha consentito di entrare nel pit. In quel momento ho anche capito perché chi ne era sprovvisto, si era anche offerto di pagarmi per avere il mio braccialetto verde.

I Vintage Trouble, la band di spalla degli AC/DC
I Vintage Trouble, la band di spalla degli AC/DC

Trascorro qualche altra ora a fare foto sia al palco sia alla folla, quando verso le 19.45 entra sulla scena il gruppo di spalla degli AC/DC: i Vintage Trouble, un gruppo statunitense di cui non ho mai sentito parlare, ma che trovo molto divertente. La loro proposta è un rockabilly molto anni 50, carico di energia e di sonorità moderne, che per 45 minuti contribuisce a scaldare non poco il pubblico. E se ci pensate bene, per una band di spalla non è un compito facile, soprattutto se dopo di te ci sono dei mostri sacri del rock e del metal che sono attesi da diverse ore.

Finita l’esibizione dei Vintage Trouble, aspettiamo ancora diversi minuti, ma poi quando inizia l’introduzione più esplosiva che abbia mai visto, con due astronauti che si trovano a passeggiare su un pianeta sconosciuto e dal quale, all’improvviso, si stacca la scritta infuocata “AC/DC” che, dopo averli travolti, come un meteorite si dirige a grande velocità sulla Terra, il pubblico esplode letteralmente in un boato. Il primo ad entrare sul palco sulle note di “Rock or Bust”, la canzone tratta dal nuovo album, è Angus Young, seguito da Brian Johnson e dagli altri AC/DC. Seguono grandi classici come “Shoot to Thrill”, “Back in Black”, senza dimenticare “Rock’n’roll train”. Appena vedo la campana scendere sul palco, decido di fare in quel momento il video: inizialmente prosegue bene, ma poi all’improvviso un gruppo di scalminati dell’Umbria spinge il pubblico da dietro, facendomi cadere la reflex (per fortuna che l’avevo agganciata al collo). Comunque riesco nell’impresa di fare il video e, dopo aver sentito altri pezzi da novanta come “Sin City”, “Thunderstruck”, “TNT”, “Whole Lotta Rosie”, solo per citarne alcuni, arriva un momento che non mi sarei mai aspettata: un solo di chitarra, fatto da Angus Young, di ben 20 minuti, e con il chitarrista che fa la “break dance” su una pedana girevole. Roba che un vecchietto normale di 60 e più anni, se si azzardasse a fare, si ritroverebbe con un mal di schiena allucinante o un infarto.

Lo show, che definire esplosivo è quasi un eufemismo, dopo due ore sulle note di “Highway to Hell” e di “For Those About to Rock (We salute You)”, con tanto di cannoni e di fuochi d’artificio sul pubblico.

Per quanto riguarda le cifre, secondo le stime ufficiali eravamo 92’000 persone, ma nei fatti tenendo in considerazione anche i biglietti venduti all’ultimo momento, anche fuori dall’autodromo, dovevamo essere attorno ai 100’000-150’000 spettatori. Insomma, un bel numero, visto che i Rolling Stones ne hanno totalizzati appena 70’000 al Circo Massimo di Roma, mentre gli Aerosmith solo 40’000 alla Fiera di Rho a Milano.

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Per guardare il video di “Hells Bells” fatto in esclusiva per i lettori di Rubrica News: