Home SALUTE Cuore infranto: il cuore si incrina davvero di fronte ad un abbandono

Cuore infranto: il cuore si incrina davvero di fronte ad un abbandono

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Chi ha una visione assai romantica della propria esistenza avrà sicuramente esordito almeno una volta nella vita, di avere il cuore infranto, additando a lui o a lei, la responsabilità di un abbandono e la conseguenza di avergli spezzato il cuore. Fino adesso ascrivevamo alla letteratura rosa questa frase, ammantando di nostalgia la triste condizione, ma consci del fatto che il cuore, nel senso più stretto del termine è solo un muscolo e dunque ben lontano da infrangersi per un dispiacere sentimentale, un abbandono o quant’altro. Ed invece, ecco la novità. Il cuore infranto esiste anche in medicina ed è una condizione, anche nota come broken heart sindrome, che evidenzia clinicamente i danni inferti al cuore in caso di particolare stress emotivo.

Diverse sono le condizioni che determinano questa sindrome, solitamente forti stress come quelli che seguono ad un lutto, ad una separazione, ad un divorzio, alla presa di coscienza di essere seriamente malati di una patologia ritenuta terminale e non solo. Se solo si seguisse l’andamento delle patologie a carico del sistema cardiovascolare in questi periodi di grave crisi economica per l’Italia, si scoprirebbe che vi è stata una forte impennata di pazienti affetti da “cuore infranto” ed in questo non c’è proprio nulla di romantico, visto che parliamo di coloro che hanno perso il proprio lavoro, o son finiti in uno stato di grave indigenza economica, oppure hanno visto fallire la propria azienda, compresi coloro che non riescono più ad arrivare alla fine mese, con le proprie risorse, nel vero termine della parola.

Sembra un infarto, ma non lo è

Acclarato che la moderna medicina ha individuato la sindrome del cuore infranto, si tratta di capire quale corollario di sintomi presenta tale inedita patologia. Secondo la cardiologa Sara Sirna dell’Hearth System della Loyola University, capita spesso di confondere tale sindrome con un infarto, anche se probabilmente i danni nell’immediato potrebbero essere meno eclatanti di un vero e proprio attacco cardiaco. Ciò non toglie che la cardiomiopatia, scientificamente così individua la sindrome del cuore infranto, si presenta sempre dopo violenti e spesso reiterati episodi di stress e le motivazioni che determinano i danni a carico del cuore sono riconducibili al rilascio di adrenalina in primis che proprio le forti tensioni emotive determinano, ricordando che le emozioni, soprattutto quelle negative, non si limitano alla secrezione di adrenalina, ma si accompagnano al rilascio di diversi ormoni in quantità crescente a seconda del grado di emozione subita.

Il paziente si presenta dal medico con forti dolori sternali, difficoltà respiratorie, senso di morte imminente, angoscia, pallore, sudorazione profusa, fino allo stato di incoscienza o di obnubilamento, senza per questo immaginare che tutti questi sintomi debbano persistere nello stesso soggetto. Ad esserne afflitti non soltanto donne, ma anche uomini di giovane età, anche se pare vi sia una predisposizione alla sindrome dopo i 50 anni per entrambi i sessi.

“Proprio come un attacco di cuore la sindrome del cuore spezzato può mettere il paziente in grande agitazione”, spiega Sirna. “Ma la differenza sta nel fatto che tende a essere reversibile e a non lasciare effetti a lungo termine sul tessuto muscolare del cuore. La maggior parte delle persone colpite recupera le funzioni cardiache in breve tempo”.

Ovviamente ad escludere la possibilità che non trattasi di infarto dovrà essere il medico che oltretutto una volta superata la crisi si adopererà nei confronti del proprio paziente affinché attui stili di vita possibilmente più in linea con una condizione di serenità. Quest’ultima possibilità è più teorica che pratica, ma sperare di ritrovare un giusto equilibrio emotivo è cosa sicuramente auspicabile.
Fonte: Creative Commons Attribuzione