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Zafferano: Oro Rosso di Sardegna

Oro Rosso è il nome del piccolo fiore prezioso dello Zafferano che in Sardegna cresce spontaneamente creando dettagli violacei mozzafiato nello smeraldo dei pascoli.

Affresco miceneo riproducente il fiore di Zafferano

E’ giunto fino a noi dall’Oriente ed è conosciuto fin dalla remota antichità per i suoi molteplici utilizzi. La migrazione dall’Oriente ha portato fino a noi i suoi benefici arricchendo i prati delle zone più temperate di queste piccole e suggestive stelle violette e dorate. I primi documenti scritti riguardanti lo zafferano provengono dall’Egitto; se ne parla in un papiro datato attorno al 3500 a.C. in cui venivano decantati i suoi si medicinali. Nel Medio Oriente con tutta probabilità era già utilizzato non solo come medicamento ma anche per tingere tessuti e realizzare profumi oltre che per uso alimentare. Nella Bibbia è menzionato col nome di Krakom, (da cui Crocus) che significava “filo” probabilmente perchè è i filamento più lungo, quello di un forte colore arancio, che viene utilizzato in cucina e in medicina. In Medio Oriente era menzionato come rimedio nel trattato di botanica della Biblioteca di Assurbanipal. Anche in Grecia, a Cnosso e Santorini, furono rinvenuti affreschi che ritraevano persone intente alla raccolta della spezia.

Raccolta dello zafferano

Dove inizia il suo uso medicinale non è certo ma lo sono le sue incredibili proprietà.

Di recente questa essenza ha ricevuto l’attenzione di diversi ricercatori in campo medico e un interesse sempre crescente poiché ha fornito risultati sorprendenti riguardanti diverse patologie. Prima fra tutti, la malattia tumorale. Da uno studio condotto dal prof. Filippo Minutolo dell’Università di Pisa, di concerto con il dottor Flavio Rizzolio dell’Università Cà Foscari di Venezia e il team del prof. Paul J. Hergenrother della University of Illinois, è emerso che l’alta concentrazione di crocetina presente nello zafferano ne fa un valido aiuto nel ridurre l’aggressività delle cellule tumorali. La crocetina è un carotenoide ed è la diretta responsabile del colore arancio-dorato del miracoloso pistillo del fiore di zafferano ed è altresì un potente antiossidante. Uno studio condotto dalla dottoressa Silvia Bisti, dell’Università dell’Aquila ha scoperto che lo zafferano ha una forte influenza sui geni che regolano i fotorecettori dell’occhio e che oltre a proteggere lo stesso dai danni dovuti alle maculopatie, è in grado di bloccare e regredire la malattia.

Occhio affetto da maculopatia

Tali straordinari risultati vanno ad aggiungersi ai numerosi studi effettuati durante il secolo scorso in cui era emersa la proprietà dello zafferano di diminuire la produzione di colesterolo e trigliceridi nel sangue, grazie sempre alla sua altissima concentrazione di crocetina; di essere un valido aiuto nella disintossicazione da alcol proprio i virtù del fatto che, aumentando il metabolismo del fegato viene accelerato il processo di disintossicazione. Al pari di ogni essenza vegetale che possiede elevate graduazioni di proprietà medicinali, va utilizzato con moderazione in quanto dosi eccessive possono rivelarsi tossiche. Consigliabile è la dose di 0,1 grammi al giorno, disciolta in un bicchiere d’acqua tiepida.

Pistilli di zafferano: Oro Rosso

A buona ragione fin dall’antichità è stato definito Oro Rosso, non solo quindi per il suo valore sul mercato dovuto alla lavorazione totalmente manuale ma anche per la sua importanza in ambito medico conosciuta nelle epoche in cui la sintetizzazione chimica non era utilizzata.

Come altre essenze ritenute miracolose, anche lo zafferano è stato protagonista di miti e leggende che ne rievocano gli usi. Dalla mitologia romana ricordiamo la vicenda del Mercurio alato che, scagliando il suo disco colpì disgraziatamente il suo carissimo amico Crocus, uccidendolo. Da allora, per ricordarlo in eterno, il fiore di zafferano fu colorato con una goccia di sangue rosso e molto spesso i bulbi venivano piantati nelle tombe. Ancora oggi, in diversi luoghi oggetti di scavi archeologici, è possibile trovare zafferano selvatico. Anticamente poi aveva assunto la valenza di fiore sacro agli dei ed utilizzato per ottenere visioni, amore e per allontanare la malinconia.

Il pistillo viene delicatamente staccato dai fiori

Il suo colore lilla è associato allo Spirito, all’autorealizzazione. Le frequenze del lilla hanno effetti calmanti in quanto stimolano la produzione di endorfine, perciò meditare con e su questo colore induce ad un profondo rilassamento e alla pace interiore. L’arancio ha una funzione antidepressiva e di recupero della propria autostima. La mescolanza, nel fiore di zafferano, di questi due colori è, probabilmente, la spiegazione del perchè venisse attribuito al sacro e al divino.

Monica Benedetti

Fonte immagini: web