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“Oggi sono felice e non lo scriverò sui social network”

“Oggi sono felice, ma non lo scriverò sui social network“, è il silenzioso urlo di protesta di chi non esiste, ma vive. Non cerca chi acconsente, non è condizionato da conferme, non richiama attenzioni. Sceglie di essere felice senza il permesso di nessuno, senza effetti collaterali, senza aver paura. Paura di sbagliare, paura di esser solo, paura del reale.

“Oggi sono felice e dimenticherò di avvisarvi”, è di chi è spudoratamente felice da non aver bisogno di urlarlo al mondo. Perché ostentare la felicità è rinunciare alla felicità, perché è più facile convincere gli altri che convincere sé stessi.

“Oggi sono felice e non l’ho condiviso”. Quella linea sottile che divide la necessità di avere l’approvazione degli altri e il mercato dell’infelicità. Nascondono entrambi il desiderio ardente di sentirsi migliori, di sentirsi qualcuno, di sentirsi felici. Felici di desiderare quel che si ha, felici di avere nuovi orizzonti, felici di non raggiungerli tutti. Felici di non essere sempre felici.

“Oggi sono felice ma sarò troppo occupata per dirtelo”, è chi ha scelto di essere libero. Essere liberi è il primo passo verso la felicità. Liberi da schemi, liberi da regole, liberi dal cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Liberi di conoscere voi stessi e di non credere che gli altri siano in possesso di verità assolute. Liberi di prendere decisioni. Liberi di non essere inferiori e superiori a nessuno, liberi di essere disapprovati. Liberi da condizioni mentali.

“Oggi sono felice e non lo scriverò sui social network”. Dimenticavo di dirti quanto io sia felice. Così ho capito di essere felice.