Ne abbiamo sentite di tutti i colori sui derivati della cannabis, spesso i commenti risultano del tutto non omogenei quando si disquisisce di sostanze “marijuana” che purtroppo e troppo spesso vengono utilizzate come droghe, quindi danneggiando la salute dei consumatori e nel contempo foraggiando compagini malavitose di ogni genere. Bisognerebbe però far prevalere, ai pregiudizi, il nostro spirito scientifico ed esplorativo in un mondo che non smette mai di stupirci quando si tratta di natura e rimedi che provengono da questo immenso mondo alla portata di tutti.
I ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud e il Centro per la tossicodipendenza e la salute mentale, hanno provato a dimostrare, analizzato i dati di 19 studi preclinici e nove studi clinici, come una droga potrebbe essere inserita in un circuito farmacologicamente virtuoso.
Osservando gli effetti della contemporanea somministrazione di morfina, codeina e cannabbinoidi, si è potuto notare, sugli animali, che le dosi della prima (4 volte inferiore alle dosi consuete) e della seconda sostanza citata (10 volte inferiore alle dosi consuete) hanno portato eguali risultati considerando dosi decisamente inferiori.
Gli effetti sinergici oppiacei-cannabbinoidi sull’uomo, non sono del tutto sovrapponibili a quelli sugli animali ma si è comunque vista la notevole riduzione dei bisogni di Morfina e Codeina in quei soggetti che utilizzavano marijuana medica. In alcuni casi i pazienti sono stati in grado persino di cessare totalmente gli oppiacei. Questo ha indotto gli studiosi ad approfondire l’argomento nell’ottica di diminuire considerevolmente le dosi dei succitati principi attivi ad oggi fortemente dannosi per tutti coloro che ne fanno un uso obbligato dovuto a condizioni di salute precaria unite a dolori insopportabili.
La pianta della Marijuana, usata per diminuire danni da Morfina e Codeina
Morfina e derivati hanno mostrato nel tempo effetti collaterali a diversi livelli. Il sistema respiratorio ad esempio rimane depresso a causa dell’inibizione dei centri bulbari di regolazione diminuendo nel contempo la sensibilità degli stessi alla concentrazione di anidride carbonica nel sangue. Il sistema cardiovascolare perde sensibilità nei confronti della stimolazione adrenergica con manifestazioni bradicardiche e di ipotensione amplificate dalla depressione sul centro cardiostimolatore bulbare.
La somministrazione di morfina determina una considerevole inibizione della peristalsi intestinale, originando uno stato di stitichezza che rappresenta spesso uno dei disturbi più irritanti nei soggetti trattati cronicamente con questi farmaci senza dimenticare i problemi legati alla dipendenza che si genera rapidamente.
Alcuni degli effetti collaterali della codeina sono simili a quelli della morfina, si possono comunque aggiungere nausea, vomito, pancreatite acuta e ovviamente disturbi collegati alla dipendenza. Le lesioni associate all’uso degli oppiacei ad alto dosaggio negli Stati Uniti e in Australia sono molto gravi, tra cui l’epidemia di overdose da oppiacei prescritti in Nord America.
Nel 2014, secondo i dati pubblicati dal Cdc (Centers for desease control and prevention), agenzia federale che da Atlanta coordina il settore sanitario, 47mila americani sono morti per overdose di droga e farmaci, e il 60 per cento di questi, cioè 28.647, è legato a eroina e anti-dolorifici basati sull’oppio.
Un argomento così delicato merita di certo riflessioni di più ampio respiro, ma soprattutto, una ricerca seria da parte di tutti gli operatori del settore per offrire certezze a tutti coloro che per qualsiasi ragione devono assumere tali sostanze. Tutto ciò potrebbe essere usato come sprono per evitare l’uso fraudolento di sostanze pericolose e dannose “Marijuana” che ancora oggi purtroppo rappresentano una piaga per la nostra società.