Home SALUTE L’importanza del placebo in Medicina Omeopatica.

L’importanza del placebo in Medicina Omeopatica.

Si definisce placebo un farmaco prescritto per il sollievo psicologico dato al paziente,  più che per l’effetto reale sul suo disturbo, o qualcosa tendente a lenire”.

Esistono 2 tipi di Placebo:

1) Un placebo attivo, un placebo che produce effetti collaterali evidenti che possono convincere il paziente in trattamento che sta ricevendo un vero e proprio farmaco piuttosto che uno inefficace.

2) Un placebo inerte che non ha alcun effetto farmacologico noto  preparato da una sostanza inerte come il lattosio.

Il Sistema Omeopatico o pratica dell’Omeopatia che dir si voglia dipende interamente dalle linee guida date dal suo fondatore Samuel Hahnemann scritte nell’ Organon of Medicine and Chronic Disease.

Per conoscere l’importanza del placebo in omeopatia, abbiamo bisogno di conoscere in modo approfondito l’Organon e la pratica clinica del dr. Samuel Hahnemann.

Molte persone credono ancora che l’omeopatia sia un placebo anche se la ricerca nel campo della medicina omeopatica ci dimostra il contrario dati sperimentali alla mano.

Per i non sostenitori deve sorprendere il fatto che il dr.Hahnemann, a differenza della maggior parte dei suoi contemporanei, avesse già familiarità con un fenomeno che oggi chiamiamo effetto placebo.

In primo luogo, egli distingueva chiaramente tra i farmaci omeopatici conformi alla legge della similitudine e farmaci contenenti esclusivamente lattosio.

In secondo luogo, per quanto ne sappiamo, è stato il primo medico che ha sistematicamente utilizzato un approccio  in cieco in terapia. Ciò significa che i pazienti sono stati tenuti all’oscuro dell’identità dei farmaci.

Leggendo i diari del dr. Hahnemann sappiamo che nel periodo dal 1801 al 1843 contrassegnava i placebo con il simbolo del paragrafo (x).

Una singola dose di placebo pesava 0,12 e 0,18 g.

Queste polveri venivano somministrate consegnando al paziente piccoli involucri o bustine che non avevano etichette e erano semplicemente numerate.

Il paziente quindi non sapeva quali di questi contenevano farmaci omeopatici e quali solo il lattosio.

Hahnemann escogitò addirittura  un sistema in cui si potesse ottenere il massimo riserbo sui farmaci somministrati durante la sperimentazione inviando il paziente in una farmacia locale dove il farmacista dispensava farmaci omeopatici e placebo senza poter distinguere tra i due per non influenzarlo ed alterare lo studio.

C’è da dire che mentre in medicina allopatica la somministrazione di farmaci è continua e ripetuta una o due massimo tre volte al giorno e per le malattie croniche addirittura parliamo di somministrazioni a lungo termine anche per tutta la durata della vita del paziente , in omeopatia non è così .

Possiamo anche somministrare al paziente una singola dose , ripristinato lo stato di equilibrio interno il paziente è guarito non si deve più intervenire.

Hahnemann lo sapeva dunque somministrava placebo a volte più per compiacere il paziente abituato alla medicina allopatica.

Il fondatore dell’omeopatia somministrava placebo ai suoi pazienti anche per altri motivi:

Pazienti che avessero ingerito spezie o comunque sostanze che potessero interagire con il farmaco interrompendo il trattamento vero e proprio. Pazienti donne durante il periodo mestruale interrompendo il trattamento vero e proprio.

In definitiva il dr. Hahnemann durante la sperimentazione distingueva chiaramente i farmaci omeopatici e le  sostanze farmaceutiche costituite da lattosio che considerava una falsa medicina.

Nella pratica omeopatica, Hahnemann incontra però il problema che i suoi pazienti erano abituati a prendere medicine quotidianamente, come era consuetudine nella medicina dell’epoca che non è poi molto diversa dalla nostra praticata comunemente in allopatia.

Il motivo principale che porta il dr. Hahnemann a somministrare placebo era quindi di tranquillizzare il paziente  abituato ad assumere  farmaci in medicina allopatica, non solo ogni giorno, ma a volte anche ogni ora.