“Mamma”. Una parola semplice.
Pare che per pronunciarla la bocca baci due volte. “Mam-ma”. Le labbra si uniscono e il suono esce dallo stomaco. Non serve muovere la lingua per produrre un particolare suono, come per le altre lettere. “Mmm”, è un rumore naturale. Innato.
Deve essere questa la ragione per cui ci chiamiamo mamme. Un bambino alle prime armi pronuncia questa parola con facilità.
Mi piace pensare che questo sia un caso in cui il significante corrisponda al significato. Non c’è differenza. “Mamma” è un suono naturalmente innato che rimanda alla stessa idea di naturalezza e amore imprescindibile.
È come un’onomatopea; il suono della parola illustra il suo significato. Come quando nei fumetti leggiamo “bang”, o “toc toc”.
È strano, però, che una parola così semplice possa essere tanto importante. Diciamo “mamma” tutte le volte che abbiamo paura. “Oh, mamma!” quando siamo meravigliati. “Mamma mia” quando ci stupiamo di qualcosa. “Maaa” se non troviamo ciò che stiamo cercando, perché lei, la Mamma, sa sicuramente dov’è. Lei sa cosa vogliamo e sa di cosa abbiamo bisogno; che sia conforto o semplicemente un abbraccio. O che si tratti di nutrimento. “Mamma”, infatti, potrebbe trarre origine dalla parola “mammella” e, per sineddoche, si è passati ad indicare non più quella sola parte ma la madre per intero.
Che meraviglia, mi vien da dire! La mamma entra a far parte di noi attraverso il frutto del suo seno. E che onore essere madre. Passi dall’essere una come tante al rappresentare l’intero mondo di un bambino. Dal momento in cui diventi mamma non sei più tu, ma in compenso sei tante altre cose meravigliose. Rifugio, nutrimento, educatrice, casa, focolaio, coccole, calore, sicurezza. Niente fa sentire al sicuro un bambino come l’abbraccio della sua mamma.
Anche il bimbo più socievole e tranquillo, che gioca con tutti e appare, seppur nei limiti del possibile, indipendente e autonomo, cerca sua madre ogni volta che ha fame, sonno, dolore, fastidio. Insomma, sempre. E una mamma corre, si precipita ad abbracciarlo ed in un attimo tutto svanisce, come per magia. La mamma è magica!
La mamma che da vita al suo bambino sceglie di accantonare ogni pezzo della sua vita che non riguardi direttamente la sua piccola creatura e svolge ogni azione in concomitanza alle necessità del figlio. Non esistono bambini viziati dal troppo amore, ma solo bambini che hanno bisogno di attenzioni. Tenere un neonato costantemente tra le braccia non significa abituarlo male, ma equivale a farlo stare Bene. Sentire il battito del cuore della madre lo rende tranquillo perché è l’unica cosa che conosce in un mondo nuovo; la prima forma di comunicazione, infatti, avviene in grembo, dove il piccolo impara a familiarizzare con le pulsazioni materne. I bambini si viziano quando le cose materiali iniziano a sostituire l’affetto di cui hanno bisogno.
Non negherò mai le mie braccia a mio figlio. E lui lo sa.
Se mentre gioca inciampa in un giocattolo sul pavimento e cade per terra si abbandona in un pianto disperato e corre verso di me. Si aggrappa alle mie gambe e mi guarda.
“Mam-ma. Mam-ma.”
Lo sollevo e lo abbraccio.
“Non piangere, Matteuccio.
C’E’ LA MAMMA.”