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Indice e carico glicemico due indicatori di fondamentale importanza

Non tutti i carboidrati sono uguali per quanto riguarda gli aspetti metabolici per questo sono stati studiati due indici particolarmente utili per classificarli.

L’indice glicemico (IG) indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di un alimento contenente 50 grammi di carboidrati. Espresso in percentuale, questo indice mette in relazione la velocità di aumento della glicemia di diversi alimenti contenenti la stessa quantità di glucosio. All’alimento di riferimento (solitamente il glucosio) è assegnato il valore di 100 e tutti gli altri alimenti sono parametrati su questo.

Indice e carico glicemico due indicatori di fondamentale importanzaIl Carico glicemico (CG), invece, è dato dalla moltiplicazione tra indice glicemico e la quantità di carboidrati contenuti nell’alimento o nel pasto. È il metodo per prevedere i valori della glicemia in base al tipo e alla quantità di cibo contenente carboidrati. Maggiore è il carico glicemico maggiore è il conseguente innalzamento dei livelli glicemici e il rilascio di insulina nel sangue.

La riduzione dell’indice glicemico e del carico glicemico dovrebbero diventare una delle priorità della sanità pubblica, poichè elevati indici contribuiscano al rischio di sviluppare il diabete  e malattie cardiovascolari.

Il diabete è una malattia caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue(iperglicemia) a causa di un’ alterata quantità o funzionalità dell’insulina.
L’insulina è prodotta dal pancreas, è l’ormone che consente l’ingresso del glucosio nelle cellule e il conseguente suo utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel sangue.
I mezzi per ottenere nel diabete un soddisfacente “controllo glicemico” sono: alimentazione sana, varia e adeguata alla singola persona, attività fisica regolare, monitoraggio della glicemia, antidiabetici orali come la metformina o insulina prescritti dal
medico.

La glicemia può essere influenzata da vari fattori

Quantità e qualità dei carboidrati (semplici o complessi) contenuti negli alimenti contemporanea assunzione di altri nutrienti (grassi, proteine, fibra) indice glicemico degli alimenti, attività fisica. Numerosi studi hanno dimostrato che già prima dell’insorgenza
del diabete il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari è aumentato.
La comparsa di malattie cardiovascolari prima dell’insorgenza clinica del diabete sostiene l’ipotesi che una strategia di prevenzione del diabete non solo nei soggetti ad alto rischio possa associarsi ad una riduzione del rischio cardiovascolare. In uno studio finlandese (Finnish Diabetes Prevention Study, DPS) dove 47 pazienti  sottoposti ad un regime alimentare con alimenti a basso indice glicemico e regolare attività fisica si è ottenuta una  riduzione del 58% nella possibilità di sviluppare il diabete e conseguentemente una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare considerevole.

Alimenti a basso indice glicemico: latte, latte di soia non zuccherato, yogurt, legumi
(fagioli, lenticchie, piselli, soia, ceci), orzo, kamut e farro in chicchi, verdure cotte o crude,
vari tipi di frutta (es. mele, arance, ciliegie, prugne, susine)

Alimenti a medio indice glicemico: pasta, pane d’ orzo, pane di segale, ce-reali integrali
(pane integrale, fette biscottate integrali, cracker integrali o ai cereali di grano, avena,
farro, kamut, segale), riso parboiled, riso basmati, pizza, alcuni tipi di frutta (es. ananas,
banane, fichi).

Alimenti ad alto indice glicemico: zucchero (saccarosio), zucchero di canna, glucosio,
latte di riso, bevande zuccherate commerciali, ghiaccioli, sorbetti, patate lesse, purè di
patate, gnocchi di patate, cornflakes, riso brillato, farina di riso, cereali raffinati (pane bianco comune, fette biscottate e cracker), melone, cocomero.