Home SALUTE Oleandro velenoso?: non si tocca e non si brucia!

Oleandro velenoso?: non si tocca e non si brucia!

Chi di noi non conosce l’oleandro. Ovunque vi sia una strada, uno spartitraffico o un’aiuola abbandonata sul ciglio della carreggiata, troviamo quest’arbusto, non eccessivamente bello a vedersi né tanto meno accattivante, ma con una caratteristica importante. Si riempie di fiori tutto l’anno, cresce in fretta, non è raro trovare piante di questa specie superare i cinque metri di altezza, espande i suoi rami anche in larghezza, fatto quest’ultimo a noi automobilisti ben noto perché finiamo sempre per strisciare qualche ramo sporgente che è sfuggita alla potatura da parte degli addetti alla manutenzione della strada.oleandro_NG4

Ma l’oleandro non ci interessa in questa sede da un punto di vista botanico, ci interessa per un’altra caratteristica importante. L’oleandro è molto velenoso, molto di più di quanto si possa credere.

E’ la oleandrina l’alcaloide tossico che rende velenoso l’oleandro

Qualcuno ritiene, a torto, che sono velenosi soltanto i fiori dell’oleandro e si sbaglia e di grosso. Se si pensa che la velenosità della pianta sia ascrivibile ai soli fiori si rischia seriamente la vita. Sono molto venefiche anche le foglie e, chi mai lo direbbe, anche i semi.

Quel che non sempre si sa è che l’oleandrina, un alcaloide molto tossico, ovvero la tossina tossica dell’oleandro, è presente anche nel fusto della pianta e visto che l’oleandro si sviluppa in altezza, a volte il fusto è abbastanza robusto e nodoso al punto che qualcuno potrebbe avere la pessima idea di usarlo come legna da ardere per scaldarsi o ancor peggio per prepararsi una grigliata con gli amici. Gravissima imprudenza, la tossina si trasmette velocemente agli alimenti che una volta ingeriti risulterebbero tossici anche per chi li mangia e non solo. Anche il fumo emesso dalla bruciatura della pianta è tossico e non dovrà passare l’idea che più la pianta è secca minore è il rischio di tossicità. L’oleandro rimane tossico anche da “morto”! L’intossicazione da fumo o ingestione di qualsiasi parte della pianta di oleandro è potenzialmente letale.

Si narra che alcuni soldati di Napoleone durante le loro scorribande in un momento di pausa arrostirono della carne su un fuoco ricavato dalla combustione del legno di piante di oleandro che finì per ucciderli tutti.

Le lumache che hanno ingerito parti dell’oleandro sono altrettanto velenose

Se le cognizioni riguardo l’oleandro sono frammentarie, tutti sappiamo che trattasi di pianta tossica, in pochi sanno che le operazioni effettuate sulla pianta, come la bruciatura o l’affumicatura, risultano tossiche, come abbiamo visto, ancor meno noto è il fatto che le lumache che abbiano ingerito parte della foglia di un oleandro risultano tossiche per l’uomo anche dopo cottura.

La letteratura scientifica è ancora più drastica sull’argomento, ritenendo che in qualche raro caso siano tossici anche il latte munto da animali che si siano cibati delle foglie o dei fiori di oleandro, compreso il miele delle api che abbiano colonizzato il fiore di questa pianta.

A dimostrazione di quanto la tossina dell’oleandro persista nei processi digestivi degli erbivori, il fatto di sapere che animali come gli equini, i bovini e i piccoli carnivori possano andare soggetti all’avvelenamento a causa di questa pianta. Il cavallo ad esempio, dopo ingestione delle foglie o dei fiori dell’oleandro accusa gravissime lesioni a livello della mucosa orale, che in qualche caso prevedono anche la morte dell’animale per arresto cardiaco qualora la quantità ingerita sia ingente.

Proprio il rischio rappresentato dall’ingestione della pianta da parte di erbivori espone a pericoli anche l’uomo che nella catena alimentare preveda la presenza di quegli animali che inconsapevolmente siano andati incontro ad intossicazione dopo contatto con la pianta.

Gli effetti sull’uomo dell’avvelenamento da oleandro

L’uomo al pari di molti animali paga gli effetti dell’avvelenamento da oleandro, uno dei primi sintomi riscontrabili è la grave tachicardia accompagnata da affanno. In soggetti cardiopatici anche solo questo sintomo può essere già mortale di per sé. Altri disturbi sono a carico dell’apparato gastrointestinale.

Il paziente che sia venuto a contatto con la pianta e abbia ingerito cibo a sua volta infestato da oleandrina, può avere come primo effetto il vomito, il bruciore di stomaco che in breve tempo può sfociare in una vera e propria ulcera gastrica con relativo sanguinamento della mucosa interna. Prima di arrivare alle estreme conseguenze è urgente il trasporto del paziente presso il più vicino pronto soccorso. Altri danni importanti sono quelli a carico del sistema nervoso centrale, con convulsioni e nei casi gravi persino con il coma e la successiva morte.

La pianta è irritante per la pelle anche per semplice contatto, con manifestazioni a carico della cute di tipo urticante ed in qualche caso sono stati riferiti episodi contrassegnati da vere e proprie lesioni cutanee con grave eritema e sanguinamenti.

Dunque, lasciamo stare l’oleandro all’interno degli spartitraffico e se lo notiamo secco e rinsecchito, evitiamo di toccarlo o di bruciarlo, esistono ditte specializzate per rimuoverlo e distruggerlo in totale sicurezza.