Tra i numerosi testi sacri della Tradizione Bhaktivedantica, ve n‘è uno che narra di un dialogo meraviglioso tra il guerriero Arjuna e l’infinitamente affascinante, Shri Krishna, mentre attendono che una guerra fratricida abbia inizio nel luogo santo di Kuruksetra. Questo testo, vero gioiello dello Yoga, è la Bhagavad-gita (il canto del Beato
Signore), dalla quale molti artisti, politici e letterati di ogni tempo e cultura hanno tratto ispirazione.
“Si tratta dell’opera più istruttiva e sublime che esita al mondo”, ha detto Arthur Schopenhauer. “Con la Bhagavad-gita possiamo avere una chiara idea di quella che è la più praticata, ma anche la più alta di tutte le religioni dell’India”, ha scritto Hegel. Il Mahatma Gandhi ribadì molte volte che “la mia vita non fu che una serie di tragedie esteriori, e se queste non hanno lasciato su di me nessuna traccia visibile, indelebile, è dovuto all’insegnamento della Bhagavad-gita.”
Tra le numerose versioni di quest’opera, quella accreditata come più completa e ricca di dettagli è la Bhagavad-gita così com’è, scritta e tradotta da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977), Aarya fondatore dell’ISKON (Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna) al quale si deve il merito di aver cercato di presentare la Bhagavad-gita così com’è, senza alcuna modificazione, con testo sanscrito originale, translitterazione in caratteri romani, traduzione letterale, traduzione letteraria e commento finale.
Il testo, che comprende circa 700 versi suddivisi in 18 capitoli, è una parte del sesto libro del grande poema epico Mahabharata.
L’unicità di questo testo consiste nel fatto che Shri Krishna, la Persona Suprema, parla qui in prima persona, offrendo agli ascoltatori la sua darshana, la sua dottrina completa.
L’opulenza dell’Assoluto (tratto dalla Bhagavad-gita così com’è di Shrila Prabhupada, capitolo X.1)
VERSO 1
sri-bhagavan uvaca
bhuya eva maha-baho
srinu me paramam vacah
yat te ‘ham priyamanaya
vaksyami hita-kamyaya
sri-bhagavan uvaca: Dio, la Persona Suprema, disse; bhuyah: di nuovo; eva: certamente; maha-baho: tu che hai le braccia potenti; srinu: ascolta; me: Mia; paramam: suprema; vacah: istruzione; yat: ciò che; te: a te; aham: Io;priyamanaya: pensando che tu Mi sei caro; vaksyami: dico; hita-kamyaya: per il tuo beneficio.
TRADUZIONE
Dio, la Persona Suprema, disse:
Ascolta ancora, Arjuna dalle braccia potenti: poiché tu sei un caro amico per Me, ti trasmetterò ora per il tuo bene, una conoscenza superiore a quella che ti ho già spiegato.
SPIEGAZIONE
Parasara Muni dà del termine bhagavan la seguente definizione: colui che possiede pienamente le sei perfezioni – bellezza, ricchezza, fama, potenza, saggezza e rinuncia – cioè Dio, la Persona Suprema.