L’amministratore delegato della Fiat è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Zurigo e le sue condizioni sembrano irreversibili
“Eternamente grati a Sergio per i risultati raggiunti”
Le condizioni di salute del manager del Gruppo FCA sono definite irreversibili come riportano i principali quotidiani. Sergio Marchionne era stato ricoverato alla fine di giugno presso la clinica di Zurigo ma una serie di complicazioni hanno portato all’aggravarsi tant’è che è stato annunciato da John Elkann l’impossibilità di un ritorno al lavoro. Fa sapere con una lettera ai dipendenti del Gruppo che Sergio non tornerà più ed esprime al tempo stesso gratitudine per il lavoro svolto:
“Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per avere reso possibile ciò che pareva impossibile. Ci ha insegnato ad avere coraggio, a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo”.
Un comunicato del FCA aveva annunciato il cambio al vertice per via di “complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore”. L’azienda pertanto ha già provveduto a nominare il sostituto Mike Manley nuovo amministratore delegato.
Sergio Marchionne, il successo della Fiat
Sergio Marchionne nato a Chieti 66 anni fa, figlio di un maresciallo dei Carabinieri, due lauree, una in filosofia l’altra in Giurisprudenza ha vissuto all’estero prima di entrare a far parte di una delle più importanti aziende italiane. Nel 2004 pochi giorni dopo la morte del Presidente Umberto Agnelli, prende le redini del colosso Fiat con Luca di Montezemolo Presidente e John elkann vicepresidente. Un momento difficile per la storica Fiat in cui si parla di fallimento con ricavi scarsi e il Gruppo indebitato di miliardi. Sotto la sua guida l’azienda torinese è riuscita a risollevarsi dopo una grave crisi finanziaria grazie alla fusione con Crisley e l’azzeramento dei debiti. Parlano i ricavi ottenuti con successo in questi 14 anni: utile passato da una perdita di 1,5 miliardi a un risultato positivo di 4,4 miliardi. Una capitalizzazione cresciuta di ben 11 volte.
Capace di fare scelte importanti e impopolari aggiudicandosi le antipatie dei sindacati sfidando i poteri forti, ha salvato la Fiat dal probabile fallimento e i suoi lavoratori con ricavi passati dai 47 mld del 2004 del gruppo Fiat ai 141 mld del 2017 conseguiti complessivamente da Fca, Cnh Industrial e Ferrari.