La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)
Lo psicologo inglese Fredric Bartlett, di Cambridge, ha condotto molti esperimenti per verificare le distorsioni che potevano essere apportate nel ricordo di storie complesse. L’esempio più noto è quello di un racconto popolare indiano, usato da Bartlett e intitolato la storia degli spettri, che contiene usi e credenze strani, tali da creare difficoltà per gli Europei.
Con un procedimento che noi stesso potremmo ripetere in una sorta di gioco di società, egli, dopo aver invitato sei studenti a uscire dall’aula, raccontava a un settimo la storia. Successivamente, questi la raccontava a un compagno fatto rientrare che, a sua volta, la riferiva a un altro, e così via sino a che l’ultimo studente raccontava la storia a tutto il gruppo. Nelle varie versioni si osservavano subito notevoli differenze rispetto all’originale; naturalmente la memoria era lacunosa, ma soprattutto molti particolari venivano cambiati per adattarli maggiormente alla propria cultura.
Nell’ascoltare tali narrazioni, si notava subito come la storia veniva progressivamente abbreviata e molti particolari tralasciati; nonostante le abbreviazioni e le omissioni, tuttavia, la storia era più coerente o quantomeno rimaneva sostanzialmente completa. Inoltre, le notevoli distorsioni che si erano verificate erano dovute al tipo di storia narrata, che non era familiare al soggetto; veniva quindi richiamata con minore precisione e modificata con elementi più razionali e realistici.
Tali considerazioni valgono anche per le testimonianze di avvenimenti ai quali si è partecipato, se non altro come spettatori. Noi tendiamo a notare i particolari che più ci interessano, che ci colpiscono o che ci sono più familiari; tendiamo anche ad interpretarli secondo le nostre conoscenze e abitudini oppure i nostri pregiudizi. Nel ricordare un fatto, influisce anche il desiderio di una certa coerenza; siamo, cioè, portati a ricostruire ciò che manca o ad interpretare quanto vediamo. Un altro elemento importante è l’influenza dello stato emotivo; una forte emozione provata nell’assistere ad un evento, ad esempio, peggiora la qualità del ricordo.
Secondo alcuni psicologi, allora, la memoria altera i fatti e tende a:
- semplificare il racconto a ogni ripetizione:
- accentuare alcuni particolari che hanno colpito di più il soggetto;
- dare coerenza alla storia in modo da renderla più logica.
E’ per questo che, a fronte di un evento cui assistono tante persone, le interpretazioni e perfino le testimonianze possono essere estremamente diverse e soggettive.