Home TV E GOSSIP Oceania, un classico della Disney amato e odiato allo stesso tempo

Oceania, un classico della Disney amato e odiato allo stesso tempo

Il film della Walt Disney, Oceania è stato, come sempre, un grande successo al botteghino e ha visto la partecipazione anche di artisti italiani, come Rocco Hunt ( nella foto a Sanremo) che ha cantato la versione italiana dei titoli di coda della canzone Prego.

La storia è originale e si vede che i registi e gli autori hanno fatto ricerche approfondite sulla vita e la cultura polinesiani, che poi hanno trasferito nel film d’animazione. Come dice inoltre la pagina di Wikipedia dedicata al film d’animazione Oceania i registi si sono recati direttamente in Polinesia per poter apprendere il più possibile. Le canzoni che compongono la colonna sonora sono orecchiabili, in stile Walt Disney e non potrebbe essere altrimenti.

Il film amato e odiato allo stesso tempo.

Oceania è un film completamente fatto al computer e come riportato nella pagina di Wikipedia dedicata al film è stato candidato al premio Oscar come miglior film di animazione; ma ha ricevuto anche molte critiche perché darebbe spazio a molti luoghi comuni sulla cultura polinesiana, che mettono in cattiva luce la cultura polinesiana stessa. Per rimediare la Disney ha fatto doppiare il film in lingua polinesiana, ma comunque le controversie rimangono.

Un punto di vista personale

A parere di chi scrive il film è molto ben fatto e i personaggi sono molto ben delineati, sia la protagonista Vaiana, che gli altri personaggi minori. La computer grafica ha raggiunto notevoli altezze dai tempi, ormai lontani, del primo Toy Story.

L’unico aspetto su cui si potrebbe fare una critica costruttiva è l’elemento magico, comunque, sempre presente, in qualche modo, nei film d’animazione della Disney. In questo è molto presente e focalizzato sulla tradizione polinesiana ricca di semi dei e demoni e quindi, forse, per un pubblico di piccoli spettatori, più complesso da decifrare e metabolizzare.

In questo è necessario il filtro genitoriale per non impressionare delle giovani menti. Ci riferiamo ovviamente a bambini di 5 o 6 anni o anche più piccoli. Quelli già più grandi non dovrebbero avere problemi a distinguere la realtà dalla finzione. Comunque, vederlo in compagnia dei genitori è sempre meglio.

In fondo è sempre un film per tutta la famiglia e dai buoni sentimenti.