Cosa accomuna il genio musicale più famoso della storia e il portiere della nazionale di calcio degli Stati Uniti? Entrambi sono vittime della Sindrome di Tourette, un disordine neurologico che colpisce un’alta percentuale della popolazione.
Ancora poco conosciuta, per quanto molto diffusa: si calcola che colpisca una percentuale di persone compresa tra l’1 e il 3 per cento al mondo, in prevalenza ragazzi, che ne sono affetti con più probabilità rispetto alle donne (per cause ancora sconosciute e in rapporto di 1 ogni 4). Facilmente scambiata per altre patologie, come i disturbi dello spettro autistico, o addirittura per “semplice” maleducazione, a causa di alcuni segnali caratteristici, come il produrre suoni e movimenti involontari e ripetitivi. È questa una scheda sintetica di presentazione della Sindrome di Tourette, malattia neurologica che oggi andremo ad approfondire.
Attenzione ai falsi miti. Iniziamo innanzitutto a sgomberare il campo da uno stereotipo: solitamente, infatti, il paziente affetto da questa sindrome viene descritto come “coprolalico”, una persona che impreca senza controllo. È vero che uno dei sintomi della malattia è proprio l’incapacità di controllare l’emissione di parolacce immotivate, ma questo riguarda solo un 10 per cento dei casi di studio. Più frequenti sono, in realtà, la coproprassia (ovvero il gesticolare in modo volgare e sconveniente), l’ecolalia (vale a dire l’effetto eco, la ripetizione involontaria di parole e frasi pronunciate da altri) e la palilalia, cioè la replica di sillabe.
Tutto nasce dal cervello. Questi effetti derivano dalla incapacità di controllare in maniera adeguata gli impulsi e gli stimoli del mondo esterno, perché nei pazienti si riscontra una sorta di permeabilità maggiore nei confronti di quanto accade intorno a loro. La Sindrome di Tourette è infatti una condizione neurologica che colpisce il cervello e il sistema nervoso, spesso associata a disturbi di tipo ossessivo – compulsivo o disturbi da deficit di attenzione e iperattività, caratterizzata come accennato dalla produzione di rumori involontari e tic involontari. Come spiegato dal professor Porta sul portale Ability Channel, le cause di questa sindrome, descritta per la prima volta nel 1884 dal medico francese George Gilles de La Tourette (da cui appunto il nome), non sono ancora del tutto note: generalmente, si pensa possa essere collegata a disturbi con l’area del cervello nota come gangli della base, che aiuta a regolare i movimenti del corpo, ma c’è anche chi non esclude la presenza di lesioni organiche o disturbi psicologici di tipo ossessivo.
Gli effetti. La maggior parte delle persone cui è stata diagnosticata la patologia presenta una combinazione di tic fisici e vocali, che possono essere sia semplici che complessi. Questi movimenti involontari di solito non rappresentano una grave minaccia per la salute generale della persona, anche se in alcuni casi, come i colpi alla testa, possono essere dolorosi. Più gravi le ripercussioni sociali, soprattutto per la difficoltà di riconoscere immediatamente le manifestazioni della sindrome, che possono portare alla nascita di problemi come isolamento sociale, imbarazzo e bassa autostima.
Percorso lungo. Purtroppo, ad oggi non esiste una vera cura per la sindrome di Tourette, ma il trattamento continuo può aiutare a controllare i sintomi: per i bambini, ad esempio, si può cominciare con una terapia comportamentale che, nell’arco di dieci anni, conduce a significativi miglioramenti. In generale, però, si valuta che per un terzo delle persone affette i sintomi continuano per tutta la vita, anche se si attenuano con l’invecchiamento.
Esempi famosi. Una malattia così diffusa a livello globale non manca ovviamente di personalità sofferenti: è il caso, ad esempio, di Tim Howard, portiere della nazionale di calcio degli Stati Uniti e dell’Everton, club che milita nella Premier League inglese. Nonostante la sindrome di Tourette, Howard riesce a vivere una vita normale e a condurre una buona carriera sportiva (detiene il record di parate in una singola partita ai Mondiali), eccezion fatta per i tic che lo colpiscono in alcuni momenti di particolare tensione. Tra le figure storiche, invece, spesso si fa il nome di Wolfgang Amadeus Mozart come altro esempio, stando ad alcuni studi compiuti attraverso lettere private e notizie dell’epoca.