Il 10 ottobre 1963 si spegneva Edith Piaf, la cantante de “La vie en rose” e di “Non, je ne regrette rien”, dopo una vita difficile. Soprannominata “il passerotto parigino”, Edith Piaf è diventata immortale per aver dato vita a molti pezzi della storia della musica francese e anche per i suoi amori infelici.
Ottobre è considerato il mese per eccellenza delle zucche e delle castagne, come anche dei maglioni e dei primi freddi, ma per i fans della musica è anche il mese in cui ricorrono più anniversari. Così, dopo che il 5 ottobre i fans dei Gotthard hanno ricordato Steve Lee, il cantante scomparso il 5 ottobre 2010, considerato una delle voci più belle del mondo del rock insieme a Freddie Mercury, e il 9 ottobre quelli dei Beatles hanno festeggiato John Lennon nel giorno del suo 75esimo compleanno, oggi gli appassionati della musica francese ricordano Edith Piaf, che il 10 ottobre 1963, esattamente cinquantadue anni fa, si spegneva in Costa Azzurra dopo una vita difficile.
Edith Piaf: vita di un passerotto parigino
Edith Piaf, conosciuta anche con il soprannome di “passerotto parigino” per la sua voce delicata, rappresenta una delle pietre miliari della canzone francese. Come non ricordare, anche per chi ha visto “La vie en rose”, il film dedicato alla sua vita, successi intramontabili come la canzone “La vie en rose”, oppure “Non, je ne regrette rien”?
La cantante parigina, oltre che per i suoi successi, tanto grandi da renderla immortale e da farla entrare nell’Olimpo della musica, è stata molto conosciuta anche per i suoi amori infelici, tra i quali quello per il pugile Marcel Cerdan.
Edith Piaf: tra successi e immense tragedie
La vita di Edith Piaf, che esattamente cinquantadue anni fa si spegneva sulla Costa Azzurra, è stata non solo costellata dal successo, ma anche eventi tragici: dalla miseria provata durante l’infanzia fino alla morte della prima figlia, che l’ha segnata profondamente, fino alla depressione che l’ha colpita per buona parte della sua vita e all’incidente stradale in cui ha rischiato di perderla.
Non c’è nulla da stupirsi se, ancora oggi, il passerotto parigino esercita un fascino ancora irresistibile per la sua fragilità e per la bellezza della sua voce.