Il 19 Marzo, giorno della Marcia Mondiale per l’endometriosi, il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha annunciato con il seguente post sulla sua pagina Facebook pubblica l’inserimento nei nuovi Lea dell’endometriosi:
“La cura dell’endometriosi sarà nei Lea.
Sono molto felice di poter dire oggi che è la Giornata mondiale dedicata all’endometriosi che l’impegno che avevamo preso un anno fa con tutte le donne è stato mantenuto e che la promessa fatta è diventata realtà. Con la conclusione dell’iter di aggiornamento dei nuovi Lea, questa patologia rientrerà infatti nell’elenco delle malattie croniche invalidanti che danno diritto all’esenzione.
Colgo anche questa occasione per dire a tutte le donne che ogni giorno si confrontano con questa malattia, e sono tante, in Italia si stima siano più di tre milioni, che sono loro vicina, come ministro e come donna.
Sin dall’inizio del mio mandato ho posto grande attenzione a questa patologia che è spesso di difficile diagnosi e che oltre a provocare grandi sofferenze compromette la vita di relazione di chi ne è colpita e mette anche a rischio la sua fertilità. Proprio per dare una risposta concreta ai bisogni assistenziali connessi a questa malattia ho voluto che fosse inserita nei nuovi Lea e le ho dedicato una specifica attenzione anche nel Piano nazionale per la fertilità.
In questa Giornata vorrei quindi che tutte le donne ammalate di endometriosi sappiano che non sono sole, che il ministro della Salute si occupa delle loro problematiche assistenziali, della loro salute.”
https://www.facebook.com/Beatrice-Lorenzin-143379055723073/?fref=ts
Davanti a questo post moltissime donne si sono domandate e mi hanno domandato se si tratti nuovamente delle solite promesse o se veramente sarà fatto un passo avanti, passo atteso da oltre dieci anni da parte di tutte le donne malate, le volontarie di associazioni o meno.
La notizia è subito circolata su molti quotidiani on-line e purtroppo molte donne sono corse a fare domanda per ottenere l’esenzione trovandosi nuovamente davanti a un no allora c’è bisogno di fare un po di chiarezza; cosa son i Lea? I cosiddetti Lea sono i livelli essenziali di assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti pagando solo il ticket. Laddove l’endometriosi venisse inserita nei Lea le donne affette di endometriosi erroneamente ancora definita di terzo e quarto stadio (La classificazione ancora utilizzata per l’endometriosi dal primo al quarto stadio fa riferimento all’ASRM, American Society For Reproductive Medicine si tratta di una classificazione obsoleta in quanto non tiene conto delle complicazioni e conseguenze legate all’endometriosi) potrebbero richiedere l’esenzione alla propria Asl di appartenenza e non pagare le prestazioni specialistiche anche se per ora si parla solo di visita ginecologica ed ecografia, esami che sì, le donne dovrebbero ripetere ogni sei mesi ma che non sono certamente gli unici e che soprattutto vengono eseguite spesso in regime privato per le lunghe liste di attesa.
Come avrete notato ho utilizzato il condizionale in quanto nonostante sembra esserci già l’approvazione del Ministero dell’ Economia bisognerà attendere l’approvazione definitiva che dovrà avvenire con un decreto del Presidente del consiglio dei Ministri dopo l’intesa Stato-Regioni. Giovedì 24 Marzo si è tenuto un’incontro tra le Regioni e il Ministro Lorenzin dove ci auspichiamo si sia discusso anche dei Lea.
Chiariamo quindi che l’inserimento dei Lea, grandissimo primo passo per le donne affette da endometriosi, non significherebbe comunque il riconoscimento di tutti i diritti come molte donne si aspettano, per ora non si parla infatti di una modifica alle tabelle dell’INPS che prevedono un’invalidità riconosciuta per i casi più disperati con un punteggio che non supera comunque il 30% e che non da diritto pertanto neanche all’accesso al collocamento mirato, non si possono chiedere pertanto permessi retribuiti riconosciuti e non si può usufruire della Legge 104. Nonostante questo probabile grande primo passo, rimangono molte difficoltà e problematiche da affrontare; l’istituzione di un registro Nazionale, probabilmente se ogni regione l’avesse già fatto sarebbe più semplice, unico modo possibile per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali riferiti alla patologia. Ricordiamo che la prima a richiederlo fu la Senatrice Laura Bianconi nel 2006, sono quindi passati ben dieci anni.
Farmaci
Altra problematica da non sottovalutare è la carenza di centri specializzati non auto refenziati rispetto al numero di donne colpite, aspetto ancora più preoccupante se teniamo conto dei tagli previsti per la sanità, rimarranno inoltre ancora elevati i costi a carico delle donne malate in quanto le terapie ormonali prescritte per la cura dell’endometriosi non comprendono farmaci mutuabili e hanno un costo che varia dai 20,00 ai 60,00 mensili in quanto cure continuative, costi ancora più elevati dalla necessità di assumere continuamente integratori non mutuabili e neanche detraibili.
Il presente articolo ha l’intento di rispondere ai molti dubbi sollevati dalle donne coinvolte, spero di poter scrivere nuovamente a breve con notizie e soluzioni concrete e già attuate.